di Emilio Fragale
La serpe dell’odio ha morso la città. Il veleno circola nelle vene dei Palazzi. Non vi è nessun antidoto. Mi sorprende, amareggia e turba la asettica notizia di nuovi capi di imputazione mossi a Francantonio Genovese. Nessun punto di domanda sulla tempistica nella iniziativa della Procura!? Lo ripeto da tempo. A Messina non vi è serenità sufficiente per mantenere questo processo. Ciò nuoce alla praticabilità della difesa ma anche alla credibilità della accusa. L’ipotesi di un fumus persecutionis così riceve base solida di conferma.
Questa tesi a differenza di altri teoremi può ricevere udienza pubblica solo non arrendendosi e ribadendo (con libera espressione di pensiero) un fermo NO agli istinti di piazza, ai verdetti dei tribunali rivoluzionari del popolo, ai picchi di odio sociale. Francantonio Genovese non si è dimesso da parlamentare, non si è fatto stritolare dai nuovisti del PD, non ha sottaciuto il passaggio a FI, non ha celato la attualità di una forza nella comunità e nel Comune, non ha temuto – unitamente a tanti riferimenti e amministratori – di lanciare una sfida agli attuali assetti di governo cittadino, regionale, nazionale. Non piace a cittadini, elettori, giornalisti. Lecito! Se ne può democraticamente discutere! Vedremo, peraltro, se effettivamente non è piaciuto. Non piace ai magistrati. Lecito? Vi è spazio democratico di discussione? Lo vedremo da cittadini impegnati – opponendosi e proponendosi – nell’agone della polis che non devono coltivare paura dinnanzi alla istanza di affermazione della Giustizia?