Non sempre i buoni sono da assolvere

di Roberto Gugliotta

È giusto che la rivoluzione di Renato Accorinti sia chiamata a una maggiore assunzione di responsabilità: a volte la rivoluzione dal basso è “cattiva maestra”, a volte lo è quella società cosiddetta civile che affida solo alla politica compiti educativi, e se ne lamenta con grande ipocrisia. È facile individuare i personaggi che trasformano la rivoluzione da basso in “cattiva maestra”. più difficile invece scorgere nella cosiddetta società perbene atteggiamenti altrettanto deleteri. La storia della presentazione dei buoni valori nei convegni blindati dove hanno diritto di parola solo loro, a esempio. Credo di essere stato il primo, negli anni passati, che ha diligentemente e pazientemente registrato il numero di bugie vendute per verità in questi comitati di salute pubblica per reclamizzare programmi di rinascita spacciando persino la volgare raccomandazione per meritocrazia. Molte carriere professionali di certi “professori” sarebbero da libro d’inchiesta. Invece, niente. Meglio tacere altrimenti son guai. Vai ai loro dibattiti e non puoi fare a meno di notare un atteggiamento prevaricatorio, arrogante e profondamente diseducativo. Loro sono giusti, loro sono i migliori, loro sono le vittime del Sistema, loro sono paladini degli ultimi. Peccato che sono sempre loro che sotto tutti i colori politici di questo mondo hanno sempre guadagnato qualcosa, che sia un posto, una poltrona, una sedia in qualche consiglio d’amministrazione. Come sempre succede a Messina, sono i cattivi esempi a fare scuola. L’abbiamo capito!