di Roberto Gugliotta
Fra un imbarazzo e l’altro, sono oltre due anni che Renato Accorinti amministra Messina. A volte persino intraprendendo imbarazzanti battaglie che poco hanno a che spartire con la tutela dei cittadini, con la salvaguardia dei posti di lavoro e con il diritto alla salute. Quando Accorinti prende una posizione particolare succede qualche fatto inquietante a chi non lo ritiene idoneo a poter amministrare Palazzo Zanca e per risposta il sindaco fa trapelare di provare imbarazzo. Anche le sue “lettere” alla comunità ci consegnano un sindaco confuso, vistosamente imbarazzato. Non spiega mai il perché delle cose ma, al contrario, le rende ancor più fumose. Vicenda precari, nomine di dirigenti, gestione rifiuti, trasparenza ed efficienza nei servizi sociali, Atm… tante spine nel suo rosario e ciononostante Accorinti, pur con un po’ di imbarazzo, ribatte rivendicando sempre la bontà e la trasparenza del suo agire. Vabbé, c’è la stretta amicizia con qualche magistrato, d’accordo, ha un filo diretto con Dio grazie a Padre Felice Scalia e capisco pure che la sua sagoma sia gradita al Sistema ma il troppo è troppo. Nessun ex sindaco ha avuto tanti amici in una volta sola. Risultato? Solo qualche imbarazzo. Lo stesso mostrato quando il sindaco deve spiegare le nomine di esperti e assessori. E vogliamo parlare dell’imbarazzo provato per il cosiddetto conflitto dell’assessore Sergio De Cola? Piccoli incidenti di percorso capaci solo di creare refoli di imbarazzo e qualche mal di pancia. Dunque mettiamo ordine ai tanti imbarazzi. Chi si ricorda di voi Accorinti che stringe le mani ai poveri? Accorinti che ha fatto il tour delle periferie e degli autobus di Messina, che ha preso appunti sul suo taccuino e s’è convinto che “yes we can” vale anche per lui in versione buddace? Messina merita ascolto. E ho qualche dubbio. Si potrà fare la fila per sfogarsi su Palazzo Zanca? Ci sarà un numero verde “ChiamaRenato09009090” al quale rivolgersi anche nel cuore della notte? Forse Accorinti vuol diventare lo psicoterapeuta dei messinesi. O forse addirittura il loro confessore. A voler essere cinici, ci sarebbe da divertirsi assai. Intanto beccatevi questi colpevoli imbarazzi accorintiani.