Carissima Sig,ra Paola
Leggendo il Suo appello, non posso fare a meno di rivolgerLe un mio pensiero. Dalle Sue parole viene fuori il dolore profondo di chi ha vissuto l’esperienza più drammatica che la vita possa avere in serbo. Al dolore si mescola l’amarezza, la delusione, l’impotenza, la voglia di riscattare il silenzio di chi non può più difendersi, il bisogno di verità, la solitudine che si avverte nei momenti di peggiore sconforto. La giustizia non giusta, che tutela i forti e dimentica i deboli, non deve farla arenare. Lei ha il più forte dei mordenti da cui attingere la tenacia necessaria per andare avanti. Si presenti ad ogni udienza con coraggio e faccia in modo che i suoi occhi incrocino quelli di chi crede che la vita della gente sia raccolta in un faldone di carte numerate. Guardi negli occhi coloro che credono che ottenere l’ennesimo rinvio, utile a maturare i termini di prescrizione, sia un traguardo professionale di grande abilità; guardi negli occhi coloro che pensano che la vita di un giovane, per una madre, possa avere un valore corrispettivo in danaro. Mortifichi, con la stessa semplicità con la quale ha scritto il Suo pensiero, il Sistema che ci governa e che ci rende invisibili. Continui la sua ardua battaglia facendo rumore, non esiti a ricorrere alla stampa, alle associazioni, a chi vive o ha vissuto esperienze simili alla Sua. E’ vero che purtroppo nessuno può sanare il Suo dolore; lottare per Suo figlio significa lottare per altri ragazzi che lavorano in condizioni precarie, lottare per i lavoratori di serie B, come da lei indicati e mettere a nudo eventuali responsabilità o omissioni che determinano, o contribuiscono a determinare, il verificarsi di simili tragedie.
Nella Sua lotta sentirà a fianco Matteo e la sua energia la sosterrà. Faccia in modo che la sua tragedia possa avere un senso. Non si può dimenticare, non si deve archiviare; non consenta che si abbassi il sipario su un palcoscenico che non è più quello delle luci e della musica ma del silenzio e dell’omertà. Le esprimo la mia solidarietà come cittadina di un Sistema che ha bisogno di giustizia e, mi consenta, un affettuoso abbraccio.
Giovanna Cardile