“Sentivamo addosso il peso e la responsabilità, eravamo consapevoli che era un momento storico”. Così Alfonso Giordano, Presidente della Corte d’Assise del Tribunale di Palermo nel maxiprocesso alla mafia siciliana, racconta in un’intervista di Raffealla Calandra, a Storiacce su Radio 24, le emozioni provate esattamente 30 anni fa, quando il 10 febbraio 1986 iniziò l’ormai celebre processo. “Il maxiprocesso ha segnato una svolta – ha aggiunto Giordano – Lo dobbiamo all’intuizione di Giovanni Falcone. Pretese un giudizio coinvolgendo circa 500 persone, un giudizio cumulativo che oggi forse non si potrebbe nemmeno più fare con questo nuovo codice di procedura penale”.
Alfonso Giordano, nell’intervista di Raffaella Calandra su Radio 24, ha anche parlato delle analogie tra il maxiprocesso di Palermo e quello a Mafia Capitale: “Qualche analogia c’è certamente – ha detto Giordano – Non solo, ma ci sono forse difficoltà analoghe. Non identiche, intendiamoci, ma analoghe”. Ad esempio “per il fatto che questa mafia è fatta anche di persone di una certa influenza e quindi faranno di tutto per sfuggire a una sentenza veramente giusta”. “Quel processo fu una pietra miliare nella storia d’Italia. Il maxiprocesso ha determinato l’inizio della fine di Cosa Nostra”, aggiunge il presidente Giordano, che racconta anche di “essere ancora fermato per strada dalla gente, come testimonianza di gratitudine”
Galasso, Avv. Parte civile in mafia capitale: Si respira lo stesso clima di trent’anni fa. Oggi la corruzione è ancora più diffusa. “Si pagano tremila euro al mese per comprare un Consigliere comunale”
“Sono tutti gli elementi che compongono non solo la condotta, ma direi anche la strategia mafiosa. Ivi compresa la corruzione degli apparati pubblici. Direi c’era già all’epoca 30 anni fa: adesso è ancora più diffusa, direi perfino capillare. Si pagano tremila euro al mese per comprare un Consigliere comunale” intervistato da Raffaella Calandra, a Storiacce su Radio 24, anche l’avv. Alfredo Galasso, protagonista del processo di trent’anni fa, che oggi siede in aula contro Carminati e compagni, riporta similitudini e differenze del maxiprocesso con Mafia Capitale.
Secondo l’avv. Alfredo Galasso, non sono solo i tipi di reato ad accomunare Mafia Capitale con il maxiprocesso, ma è anche il clima che si respira nell’aula di giustizia che fa rivivere una sorta di déjà vu: “L’atteggiamento abbastanza agguerrito dei difensori degli imputati qualche volta, come accaduto recentemente, anche travalicante, danno il segno di una tensione, di una fibrillazione molto simile, debbo dire, come clima, a quello che ricordo trent’anni fa. E questo è un dato abbastanza deprimente”.