Sia nella prima Repubblica con i numerosi governi democristiani che nella seconda, con i governi Berlusconi, la famiglia non ha mai ricevuto aiuto, anzi è stata sempre trascurata se non addirittura attaccata. Ormai sono oltre quarant’anni che Alleanza Cattolica, agenzia cattolica che studia e diffonde il Magistero della Chiesa, cerca di impegnarsi nella difesa della famiglia tradizionale, composta tra un uomo e una donna. E’ stata proprio Alleanza Cattolica nel 2013 con un Manifesto di 5 punti ad allertare per prima l’opinione pubblica contro la legge liberticida il ddl Scalfarotto sull’omofobia e poi sul ddl Cirinnà. Chi scrive è stato impegnato fin dagli anni giovanili, gli anni 70, nella battaglia per il referendum contro il divorzio, quando in parrocchia insieme ad altri giovani si pubblicava “Il Campanile”, un ciclostilato ben nutrito di articoli dove quasi sempre si sottolineava il ruolo e la fondamentale importanza della famiglia nella società. La battaglia in difesa della famiglia contro i nuovi attacchi dell’ideologia del Gender continua ancora oggi, anche se non ero presente al grande raduno del Family Day al Circo Massimo, non sono mai mancato a nessun appuntamento delle “Sentinelle in piedi”, qui a Milano. Nell’ultimo numero de La Roccia il direttore Marco Invernizzi, denuncia il poco impegno negli ultimi vent’anni della politica italiana nei confronti della famiglia, facendo riferimento in modo particolare ai quasi dieci anni di governo Berlusconi, che ha avuto certamente dei meriti come il superamento delle ideologie e quello di mettere insieme le forze politiche anticomuniste, sconfiggendo la sinistra postcomunista. Lo sdoganamento di alcuni aspetti del bene comune, vedi il principio di sussidiarietà e il primato della società sull’invadenza dello Stato, la libertà di educazione restituita alle famiglie, con la possibilità di scegliere la scuola per i propri figli. Infine Berlusconi, con una politica estera di alto profilo, ha collocato l’Italia a fianco dell’Occidente senza ambiguità terzaforziste. Tuttavia nonostante abbia governato per tanti anni,“non è riuscito a realizzare quasi nulla del suo programma, a cominciare dall’abbassamento delle tasse, che forse ha rappresentato l’aspetto più rilevante del suo programma elettorale”.(M. Invernizzi, Dal Berlusconismo al Renzismo. Vent’anni senza famiglia, Gennaio-febbraio 2016, La Roccia).
Anche se occorre evidenziare che nel ventennio berlusconiano i principi del diritto alla vita e della centralità della famiglia hanno goduto di un periodo di tranquillità rispetto agli altri Paesi occidentali. Scrive a questo proposito Invernizzi: “All’Italia sono state risparmiate leggi come quella sull’omofobia, sui matrimoni gay, sull’abbreviazione dei tempi del divorzio, sull’eutanasia e sulla droga, e questo nonostante la nota anarchia sui valori che caratterizza il Cavaliere, cosa che non gli ha impedito di schierarsi dalla parte di vita e famiglia nei momenti chiave, come in occasione della vicenda relativa alla povera Eluana Englaro”. Oggi al centro della politica italiana c’è Renzi, che governa, senza mai essere stato eletto da nessuno, “è un pragmatico come Berlusconi”, ed hanno molti aspetti in comune, secondo Invernizzi. “Renzi è uno strano politico. Proviene dal mondo cattolico e ama farsi vedere in chiesa, assistere alla Messa e fare la Comunione, ma il suo governo ha fatto più danni contro i principi del diritto naturale di quanto avvenuto nei vent’anni precedenti”. Per certi versi, assomiglia molto a quei cattolici “adulti”, che non erano e non sono conformi alla dottrina sociale della Chiesa, come l’ex presidente Romano Prodi.
Ritornando al sostegno della famiglia, è chiaro che “ha ricevuto poco o niente, sia dai governi di centro-destra, sia con quelli di centro-sinistra. Non è stata promossa – scrive Invernizzi – nel senso che non è stata messa al centro della politica governativa(…)”. Nonostante nel 2007, il popolo della famiglia sia sceso in piazza a Roma con 1 milione di persone, la famiglia ha continuato ad essere ignorata, anzi le forze rivoluzionarie hanno progressivamente accelerato la lotta contro di essa, con la diffusione dell’ideologia gender, per la quale l’essere uomo o donna non sarebbe fondamentalmente determinato dal sesso, ma dalla cultura. Così i media, in mano alle lobby gay e laiciste hanno cominciato a parlare di famiglie, al plurale, per preparare gli italiani alla legge sulle unioni civili fra persone con tendenze omosessuali equiparandole alla famiglia o addirittura per permettere, sempre a queste coppie l’adozione di bambini. Attenzione, nonostante tutta questa avversità del potere politico, culturale e mediatico, la famiglia continua ad avere il consenso della maggioranza degli italiani. Lo si è visto alla manifestazione del 30 giugno in Piazza San Giovanni a Roma e infine quella del 30 gennaio scorso al Circo Massimo dove hanno partecipato almeno 2 milioni di persone per dire No al ddl Cirinnà. A questo proposito occorre sottolineare un aspetto al Family Day del 2007, in piazza c’erano molti politici, tutta l’opposizione del Centrodestra, nelle ultime manifestazioni, in piazza con le famiglie, ci sono pochi parlamentari, neppure supportati dai rispettivi partiti. Sia Berlusconi che Renzi, sembrano favorevoli alle unioni civili e omosessuali, probabilmente, entrambi “preferirebbero occuparsi d’altro, ma non hanno né la voglia né la convinzione di stare con la famiglia”.
Un altro aspetto importante da sottolineare è il comportamento della Chiesa nei confronti di queste manifestazioni. Se nel 2007, i vescovi hanno promosso il Family day, ora non più, tanto meno il Papa, basta con i “vescovi pilota”, i laici devono fare da soli. Diverse discussioni tra noi cattolici, sono emerse dalle conferenze stampa di Papa Francesco al ritorno del viaggio dal Messico. E’ opportuno chiarire se e come il Papa o i vescovi devono intervenire sulle questioni politiche o morali. Lo faremo in un prossimo intervento.
In conclusione dobbiamo essere consapevoli che in questo momento,“L’Italia si trova di fronte a una battaglia epocale fra chi vuole una civiltà fondata sulla famiglia e chi vuole smantellare questa civiltà, animato da un profondo risentimento verso l’istituzione cardine della vita e dell’educazione”. Scrive il professore Invernizzi, “l’odio contro la famiglia viene da lontano e viene dal sogno di ‘ricreare’ il mondo in modo diverso da quello fatto da Dio, giudicato imperfetto e inadeguato”.
Non si può non fare riferimento al 1968, dove l’ideologia politica rivoluzionaria si è collegata a quella sessuale, attraverso la cosiddetta “liberazione della donna dalla procreazione e del rifiuto della comunione in nome della dialettica fra i sessi”. Poi è arrivato il gender, con la rivoluzione dell’identità sessuale, che viene negata all’origine perchè non si nasce maschi e femmine, ma si diventa”. Pertanto la natura non è più al centro della società, da questo momento tutto è possibile, così la famiglia non è più necessaria, neppure per trasmettere la vita, che può essere creata altrove.
Domenico Bonvegna
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