La sicurezza e la legalità sono un diritto di tutti ma di alcuni forse un po’ di più

Legge&Ordine per riconquistare la fiducia del cittadino elettore e telespettatore. I cittadini, consumatori, automobilisti e buoni padri e madri di famiglia sono tutti d’accordo perché il principio non fa una grinza: la sicurezza e la legalità sono un diritto di tutti e non sono (ma va?) né di destra né di sinistra, il rispetto della dignità della persona va tutelato, non si può sopportare la prepotenza che genera prepotenza, l’insicurezza che genera insicurezza, il mancato decoro che genera indecorose scene urbane, la minaccia del delinquente, lo sfruttamento di bambini schiavizzati e donne rapite e poveri mendicanti e l’imbarbarimento urbano, suburbano e metropolitano della nostra Civiltà. Tutto giusto e condiviso. La ricetta proposta? Un po’ meno: legge&ordine senza eccezioni, una bella ronda di vigili urbani che si apposterà a tutti gli incroci eccellenti con le manette in vista e naturalmente Tolleranza Zero. O meglio: carcere per tutti. Perché la legge è uguale per tutti ma per alcuni – delinquenti, vittime del racket o disperati, la differenza poco importa – è più uguale degli altri e dunque subito in cella e non se ne parli più. Per ridare dignità alle strade e alle città. Per ridare sicurezza ai nostri cittadini intimoriti e alle nostre donne minacciate da un costante nemico Altro (che siano picchiate e violentate soprattutto da familiari e amici, che importa: quello si vede poco se nessuno denuncia niente). Più carcere per tutti e soprattutto per loro, gli stranieri, gli immigrati, i diversi e gli Altri in generale. Si parte dai lavavetri e il consenso popolare per la possibilità che siano arrestati fino a tre mesi sale alle stelle. Ma il ragionamento fila davvero? Si denuncia l’insofferenza dei cittadini, si denuncia il racket dei lavavetri dove qualche burattinaio spartisce il territorio e poi si arresta il singolo al singolo semaforo? Immaginiamo il trofeo da esibire alla cittadinanza: secchiello senz’acqua, spazzola usurata e un altro carcerato, magari pure minorenne, sbattuto in cella per aver violato l’ordine pubblico o la sicurezza nazionale mentre i capi staranno già reclutando altre braccia altrove. E allora qualcuno potrebbe rilanciare: arrestateli tutti. C’è il racket dei lavoratori minorili e dei bambini ridotti a mendicare, schiavizzati, che non vanno a scuola e deperiscono sotto i nostri occhi e sotto gli occhi di chi li sfrutta? Manette ai polsi a tutti questi ragazzini che alimentano la percezione di insicurezza cittadina. I mandanti saranno più difficili da trovare ma almeno la popolarità sarà garantita e loro studieranno in cella. C’è il racket dei mendicanti invalidi, che a volte vengono mutilati apposta per fare soldi? Si arrestino tutti i mendicanti così finalmente le vie dello shopping non saranno più deturpate dalla loro visione, ‘ché tanto i mandanti vestiranno firmato e si mimetizzeranno meglio senza urtare la nostra percezione della bellezza. C’è il racket delle prostitute prese da lontano quando sono ragazzine, sequestrate e violentate, private del passaporto e costrette sulle vie della notte per clienti autoctoni? Una retata contro le prostitute: tutte in una cella collettiva così non disturberanno il quieto scorrere del traffico. Per i boss del racket ci sarà sempre tempo: per arrivare a loro ci vogliono indagini e prove e intercettazioni e gli agenti saranno impegnati ad arrestare il lavavetri che staziona sotto casa. Ma non c’è solo il racket. Ci sono pure barboni e clochard e sans papiers che magari non sono sfruttati ma stanno lì, davanti alle nostre stazioni, col loro fagotto di roba e la barba incolta e i capelli arruffati: alcuni non hanno casa, non hanno famiglia, non hanno niente, ma il cittadino che passa non può certo pensare pure a loro, anzi non è proprio affar suo, anzi tutti in cella almeno avranno un pasto sicuro. Ci sono i graffitari: avete visto che disegni colorati fanno sui quei muri grigi che costeggiano certi paesaggi periferici metropolitani? Meglio spedire una pattuglia di agenti che li arresti in flagranza di reato. Le bombolette spray possono essere accusate di turbare l’igiene pubblica e la sicurezza nazionale (spray uguale chimica uguale minaccia terroristica): tutti i giovani ribelli o finti ribelli dovrebbero scontare qualche settimana di carcere per capire cosa significa rispettare il decoro urbano – magari all’uscita scriveranno le loro prigioni e diventeranno milionari e allora dovranno ringraziare la dura lex della tolleranza zero. Ci sono quegli strani artisti, le statuine umane immobili e colorate d’oro o argento che si muovono solo se qualcuno sgancia cinquanta centesimi: per loro si potrebbe applicare l’occupazione abusiva di suolo pubblico e comminare un mese di gabbio, con l’eventuale condizionale solo se riescono a stare immobili anche in cella mentre dormono. Ci sono i finti centurioni che sorridono per le foto a pagamento davanti al Colosseo: eh no, se non sei romano de Trastevere da sette generazione non hai alcun titolo a professarti centurione e dunque si applicherà il sequestro della merce e una multa anche al turista che ha voluto la foto senza controllare la genealogia, più una settimana di carcere preventiva onde evitare ulteriori incursioni ai Fori Imperiali. Ah, si dimenticava i venditori ambulanti: quelli sono talmente tanti che richiederanno l’allestimento di una speciale sezione del Nucleo antisofisticazioni in modo da rimpatriarli tutti per direttissima alla prima statuetta etnica che esibiranno sul loro telo. Così si eviterà di affollare le carceri. I cittadini e i turisti saranno tutti felici. Non servono le cannonate come dicono certi leghisti. Per mettere un po’ d’ordine bastano le manette ai polsi giusti. Ma è proprio questo il punto: se siano giustificate quelle manette e se siano giusti quei polsi.