di Claudio Andò
C’era una volta un uomo. Aveva già passato la settantina e diceva di disertare le urne elettorali per far si che non si arrivasse al quorum necessario per rendere il referendum valido. Quell’uomo giustamente veniva criticato da tutta la stampa e dai media in generale, perchè un politico che invita i cittadini a non votare è eticamente da condannare.
C’era un partito che lottava per raggiungere il quorum, il nome era PD. Non sono passati tanti anni da quel referendum. Era solo il 2011. A cinque anni di distanza lo stesso partito,per messaggio del suo segretario e premier,invita gli elettori all’astensionismo. Quest’uomo, scalato il partito come uomo nuovo, ricorda in molti aspetti l’ex premier e cavaliere settantenne, tanto criticato dai media. Questo partito, come viene detto da tempo da Grillo, si differenzia dalla forza politica che teoricamente sarebbe trasversalmente opposta,solo per l’assenza della "Elle". Che un deputato prenda in giro gli elettori scrivendo: "quorum? #ciaone" come ha fatto il deputato renziano Ernesto Carbone, fa venire molti dubbi sulla qualità della politica che oggi ci tocca. La mutazione di un uomo che ha scalato il maggior partito della sinistra italiana e l’ha condotto mestamente verso destra. Chissà che, visto l’andazzo, Renzi non conduca il Pd a fare gli accordi, dopo che con Berlusconi prima e Verdini poi, con Di Stefano di CasaPound. Sarebbe la migrazione perfetta di un partito con i numeri ma senza idee valide.