Mentre i politici si nascondono dietro il linguaggio “tecnico” e i tecnici “giocano” a fare i politici, i cittadini-lavoratori attendono pazientemente risposte ma sono già pronti alla protesta
In questo momento l’unica cosa che possiamo fare è stare a guardare e sperare che ciascuno, per quanto di propria competenza, si assuma le responsabilità di agire e lavori affinché venga trovata una soluzione. Il nostro “attendere”, però, non significa che staremo con le mani in mano: nel caso in cui, infatti, le cose non vadano per il verso giusto, con l’unica conseguenza che ad andarci di mezzo saranno centinaia di famiglie, siamo pronti a dare vita ad una mobilitazione senza precedenti, destinata a lasciare il segno. Già nella giornata di oggi, abbiamo convocato , alle ore 15,30 presso la sede della FPCGIL le nostre Rsu e Rsa dei lavoratori dei Servizi Sociali della Messinambiente e dell’ATOME3 per discutere e decidere insieme le modalità della mobilitazione- dichiara Clara Crocè Segretario Generale della FPCGIL di Messina.
Ora più che mai questa sigla sindacale non è interessata ad entrare nel merito di questioni che, inutile nasconderlo, sono diventate un vergognoso terreno di scontro e bisticcio politico. Una politica che fa il gioco dello scarica barile, dimenticando, però, che se quel ruolo istituzionale lo sta ricoprendo, è solo per merito e scelta di quelle stesse persone, che adesso, per tutta risposta, rischiano il loro futuro anche a causa di quanti sono stati eletti per tali incarichi.
Di fronte ai tira e molla di cui sono stati spettatori in questi mesi, i lavoratori sono stanchi ed esasperati: la mancata approvazione del bilancio, oltre a stare mettendo a dura prova i sacrifici economici dei cittadini, considerando che ormai da mesi si vive con l’incubo che gli stipendi possano non essere pagati, sta mettendo a dura prova anche i “nervi” delle persone, costrette a subire degli stress emotivi non di poco conto. Soprattutto per quanti, e sono tanti, sanno di poter campare solo con un’entrata mensile.
Di fronte al dramma sociale già in corso, e che rischia di assumere toni ancor più tragici in caso di non approvazione del previsionale, i cittadini lavoratori sono costretti ad assistere ad un vergognoso gioco delle parti in cui la politica parla il linguaggio dei tecnici, mentre i tecnici parlano il linguaggio della politica. Ebbene, questa sigla sindacale e tutti coloro che ne fanno parte, non intende più assistere né a queste né a quelle chiacchiere, non intende più ascoltare, intende solo sapere che una soluzione è stata trovata. E se così non dovesse essere, ribadiamo il nostro impegno ad una mobilitazione generale fuori dal Palazzo (non vogliamo distrarre Giunta, consiglio e revisori nell’espletamento nel loro ruolo istituzionale), senza precedenti.