festa del lavoro che non c’è

In dieci anni, persi 200 mila posti nella scuola; dal 2008, stipendi e indennità di vacanza contrattuale bloccati‎ a dispetto dell’aumento del 20% dell’inflazione, precariato ancora discriminato nei contratti a termine; dal 2011, in pensione sempre più tardi e con assegni sempre più ridotti. Senza un piano di sviluppo economico e di riconversione industriale che tuteli i diritti dei lavoratori e non li calpesti, soltanto in tribunale si potra’ ricercare un argine al tradimento del pilastro fondamentale della Repubblica: la tutela del lavoro.

“Niente è cambiato con l’attuale Governo che destina nel DEF solo 155mln per il rinnovo dei contratti per 3 mln di dipendenti pubblici per il prossimo triennio e stima per il 2018/2021‎ i valori dell’IVC a quelli certificati nel 2008, come se il costo della vita non sia mai aumentato”, dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario confederale Cisal e segretario organizzativo Confedir.

E che dire dei risarcimenti ai precari, autorizzati per legge nella sola scuola a distanza di quindici anni dall’adozione di una precisa direttiva co‎munitaria e tuttavia ordinati dai giudici per i diritti violati nei termini dei contratti, per la stabilizzazione, la progressione di carriera.

Il precariato e’ stato generato dallo Stato che ha tagliato un sesto dei suoi organici del personale e un quarto dei suoi dirigenti nella scuola negli ultimi dieci anni attraverso norme che avrebbero dovuto garantire il pareggio di bilancio ma che hanno visto aumentare il debito pubblico, con la conseguente riduzione del monte ore studio degli alunni e una progressiva generalizzazione degli apprendimenti.

L’Anief ha dimostrato in questi anni di essere il paladino del diritto e continuerà a tutelare nei tribunali della Repubblica‎ il personale della scuola. Così, intendiamo festeggiare questa ricorrenza.