
Le ultime vicende amministrative ci hanno convinto che se non sono giovate nemmeno le, diversissime e quasi contemporanee, dimissioni del presidente dei Revisori Zaccone e dei due migliori consiglieri Comunali Lo Presti e Sturniolo, a far comprendere la necessità di un reset ad Amministrazione e Consiglio Comunale non abbia più senso attendersi quella che dovrebbe essere l’ovvia conseguenza di un clima da guerra civile. Per tale ragione smetteremo di parlare ai “sordi” cominciando già da subito a rispondere, invece, a quanto di buono è accaduto sempre me gli ultimi e che rischiava di passare in silenzio. Ci riferiamo al dibattito innescato da Cisl che ha aperto un confronto serio e costruttivo sul tema del waterfront ( e non solo su quello della tranvia) ed al quale abbiamo preso parte, tramite comunicati stampa, insieme a “Capitale Messina”. Proprio in risposta a tale importante stimolo proponiamo sia a Cisl che a Capitale Messina, e a chi ne avesse interesse (Ordini e Associazioni di Categoria ad esempio), di adoperarci perché il confronto sulla stampa possa tramutarsi anche in una giornata di lavoro finalizzata all’individuazione di una soluzione il più possibile utile e condivisa, per poter finalmente “fare le cose” e smettere di “parlare e basta”. Ci piacerebbe ad ogni modo che questo metodo torni ad essere quello alla base del dibattito cittadino oramai troppo avvelenato, sterile ed inutile. Pacificare la città attraverso un dibattito Laico sul merito delle questione capace di individuare le soluzioni alle emergenze e programmare il futuro nel breve, medio e lungo periodo. Ecco cosa serve a Messina, altro che polemiche! In tale direzione cogliamo anche lo stimolo arrivato dai due docenti universitari Limosani e Gambino che hanno aperto il dibatitto sulla Città Metropolitana di Messina. Anche su questo tema vorremmo confrontarci e dare un primo contributo tramite la stampa ed invitare anche qui chi fosse interessato ad un confronto pubblico aperto e costruttivo. Entrando nel merito della proposta Limosani-Gambino proveremo ad evidenziarne solo i punti di debolezza ma non certamente con l’obiettivo di sabotare la proposta, che invece va sostenuta e presenta numerose idee e proposte interessantissime e condivisibili, ma solo ed esclusivamente al fine di avviare un conforto sul merito della questione. Innanzitutto crediamo che la partecipazione ad un processo così complesso come quello della Pianificazione Strategica di un territorio così ampio e disomogeneo debba seguire delle regole semplici fondate sulla partecipazione di tutti i portatori di interessi. In un momento in cui, tranne rare eccezioni, la politica non riesce a traguardare l’emergenza il problema del metodo e della rappresentanza divengono fondamentali tanto e più di un progetto ben confezionato. Basti pensare al disastro confezionato dai sindaci con il masterplan e tramutatosi in soluzioni e proposte incapaci di innescare alcun tipo di sviluppo economico, sociale e culturale. Crediamo che costruire un percorso e quindi un metodo capace di tramutare in fatti le scelte. Qualora ciò non accadesse il rischio è che si cada nella solita autoreferenzialità dei ogni singolo partecipante e quindi il nulla per il territorio. Crediamo che un Piano Strategico debba avere una grande e caratterizzante peculiarità capace di tramutarsi in marchio e poi in brand. Questo è quello che accade nelle città europee, nelle quali il Brand esiste, funziona ed è espressione di un progetto di marketing territoriale che individua il punto di forza dello sviluppo di una Città ed i punti secondari (ma altrettanto importanti) che devono concorrere alla costruzione del Modello di Sviluppo. In pratica, se il nostro territorio scommettesse prevalentemente sul turismo, tutte le altre azioni differenti dal turismo dovrebbero essere orientate verso una "visone turistica" dello sviluppo, in modo da risultare complementari e da rafforzare il tema predominante. Utilizzare un Metodo di questo tipo ci permetterebbe tra l’altro di tramutare il nostro "solito" ritardo in Opportunità per prendere il meglio nei luoghi dove le cose hanno funzionato e non ripetere gli errori che già si conoscono.
Il Rappresentante
Alessandro Tinaglia