
di Roberto Gugliotta
In questi giorni ho incontrato alcuni colleghi e tutti m’hanno detto che a Messina il giornalismo è finito. No, non è vero, rispondo si tratta solo di mettersi d’accordo se vogliamo la notizia o una comoda verità. Prendiamo l’ultimo caso: la Giunta comunale è alle prese con il Bilancio. Il Consiglio comunale non riesce a decidere se far finta di credere ai numeri o se deve rispedire tutto al mittente e accusa i ragionieri. I ragionieri accusano la botta. Il presidente del Collegio dei revisori dei conti, Dario Zaccone, si dimette. Almeno duecento mila messinesi, oltre a Zaccone, hanno problemi con i bilanci, e la città accusa meno. Questo dimostra primo che: la messinesità è sempre la messinesità. Secondo: il Comune è sempre lo stesso. Terzo: duecentomila messinesi non fanno i ragionieri. E questo non è un male, perché a fare i ragionieri, oltre ai giornalisti, ci sono gli ex professionisti della politica, gli attuali professionisti della politica e, fra poco, le mogli o le compagne degli attuali professionisti della politica. A questo punto, spero che facciano i ragionieri anche i figli dei professionisti della politica. Se proprio non hanno l’opportunità due altre professioni: venditori di polizze o di notizie. Coraggio, il giornalismo non è finito. D’accordo, i giornali vendono sempre meno e le testate on line sono quelle che sono, compresa la mia. Epperò, qui non ci sono addetti stampa che fanno cronaca né promotori finanziari che si camuffano da giornalisti. Detto che per quel che mi riguarda tutti hanno il diritto di scrivere mi piacerebbe che qualcuno si astenesse, per pudore. Fermo restando che il vero problema del giornalismo non sono gli addetti stampa che senza avvertire i lettori fanno cronaca, ma coloro che invece di far rispettare le regole preferiscono far finta di nulla. Messina come si vede ha problemi grossi da risolvere: il bilancio è solo l’ultimo dei grandi misteri. Anche se ogni giorno c’è una diversa interpretazione dei debiti del Comune. A detta degli esperti siamo in linea con il progetto cambiamo Messina dal basso. Peggio di così, non si può. Anche se il sindaco Accorinti annuncia clamorose rivelazioni, il presidente del Collegio dei revisori dei conti, Zaccone si dimette. Ma chi non si dimette mai è il Consiglio comunale. Ora, io capisco che, al momento della campagna elettorale nessuno poteva prevedere un casino del genere, ma dopo tanti problemi venuti a galla chi resta è amante dei film horror. In attesa che lo dicano gli altri, tipo un giudice, provo a spiegare perché il cittadino dev’essere vivo e vigile. Perché se si distrae non sa più a chi attribuire cosa. Esempio. La città è allo sfascio, le strade piene di buche e voragini, la spazzatura sovrana… per gli assessori di Accorinti sono discorsi demagogici e reazionari. M’è sfuggita la posizione dell’associazione Indietrononsitorna sul caso Messina, ma azzardo sia stata vicina allo zero. Anche il mio giudizio sui meriti del sindaco Accorinti lo è. Tutto sommato meglio il "vecchio", così tragicamente è, a conti fatti.