Dopo le ammirevoli dimissioni dei consiglieri Lo Presti e Sturniolo (che hanno vanamente provato a porre una questione politica) e l’approvazione del previsionale 2015, avvenuta con un ritardo storico e con le modalità del tutto assimilabili al "voto di fiducia" in parlamento, abbiamo assistito all’investitura di Accorinti a "Sindaco Metropolitano". Accorinti che prima si dichiara poco concorde con la nomina, definita poco democratica, e poi, dopo aver chiesto aiuto al Commissario Romano, decide che invece quel ruolo lo vuole con forza.
Con una forza, atipica per uno che a parole si dichiara pacifista, che si trasforma in furia verbale nei confronti di D’Alia. Eppure proprio con D’Alia (e Casini) il sindaco smemorato inaugurò, sorridente ed a braccetto, l’evento per la celebrazione della fondazione dell’UE a Palazzo Zanca poco più di un anno fa. Oggi invece, a proposito di coerenza, il Presidente dell’Udc diviene il diavolo, testimonial della vecchia politica.
Il punto però non è questo e nemmeno la conferenza stampa dei "rei confessi" che hanno votato il bilancio previsionale per "senso di responsabilità" (certamente non nei confronti dei Messinesi costretti a pagare servizi inesistenti ed errori della politica degli ultimi 30 anni). Certo vedere la compagna del Sindaco (pensate cosa avrebbe detto Accorinti se fossero state la moglie Genovese o di Buzzanca a subentrare in consiglio) a fianco del consigliere Trischitta fa una certa impressione ma evidentemente fuga ogni dubbio su quale sia la maggioranza che tiene in piedi questa amministrazione.
Il punto, a nostro avviso, sta nel far comprendere alle deputazioni Nazionale e Regionale, al Sindaco, alla Giunta ed al Consiglio che il voto degli elettori nasce da un programma e dagli impegni presi. Se programma ed impegni vengono disattesi è NORMALE che la delega venga messa in discussione. Altrimenti (spiegatelo in primis al Sindaco per favore), perché il legislatore prevederebbe la sfiducia tra le possibili opzioni della vita democratica di una città?
Senza contare che non si può continuare a sentire dire che il Consiglio è delegittimato quando serve per poi farne un "beato vergine" quando servono i voti (anche quelli dell’UDC per almeno due anni) su documenti importantissimi per i quali non si ha neanche il tempo di approfondire.
Il punto quindi è il ritorno al dialogo normale tra tutte le parti per evitare di perdere occasioni storiche.
Siamo già in ritardo col Masterplan che non solo non è stato sottoscritto ma che non ha uno straccio di strategia di sviluppo e che, lo diciamo da mesi, prevedeva l’utilizzo di progetti esecutivi. Progetti esecutivi che sono praticamente inesistenti, certamente per quanto riguarda la città di Messina. Senza contare l’assurdità di una "piattaforma logistica" (progetto targato Scoglio) che fa a punti con i proclami di una città che anche col PIAU immaginava, sempre a parole, uno Sviluppo Sostenibile legato alla "Green Economy".
La politica ha tantissime responsabilità è vero ma spesso non si cita la più importante: l’assenza di una strategia di sviluppo.
La città Metropolitana deve essere l’occasione per tracciare finalmente tale solco e definire pesi e scelte dei vari territori. Messina decida cosa vuol fare da grande ma lo faccia con una "vision" unica e con coerenza evitando interventi inutili e contraddittori. Il tempo è davvero poco e per tale ragione sosteniamo ed invitiamo tutti a sostenere l’iniziativa della CISL e del "Labor-Metro" che va proprio in questa direzione.
Il Rappresentante
Alessandro Tinaglia