Piccolo manifesto per la democraticità dei numeretti

di Roberto Gugliotta

Abbasso quellicheceranoprima, insomma: era ora. Per questo temiamo sia anche ora di spendere un paio di parole su questo totem che dalla notte dei tempi tutte le nuove stagioni politiche si portano appresso: il legame (complesso, davvero, e qualche volta complessato) con con quellicheceranoprima. Che ruolo hanno? E quanto pesano nell’esistenza di questa società civile? La prima riflessione che ci viene in mente è la solita risposta cerchiobottista e “relativista” (per usare un termine di recente moda): dipende dalla situazione, dipende dal lavoro che fa, dipende dai soldi che hai bisogno, dipende da chi ha accanto. Ancora: dipende dalla sua capacità di spacciare etica la richiesta di finanziamento attraverso (o nonostante) le sue curve. Dipende da quanto queste sono importanti nell’orizzonte socioculturale in cui si ammanta di vivere. E dipende dalla sua capacità di avere – o meglio: di inventarsi – il fascino a misura di personalità. E però queste risposte non convincono fino in fondo. Perché un’analisi attenta ci rivela che le offerte hanno comunque una qualche importanza: che siano ostentate o nascoste, che siano oggetto di cura o (tanto più) di voluta indifferenza per protestare contro l’immagine del gesto mercificato, restano una realtà con cui ogni esponente dell’universo sociale deve pur fare i conti. Che molte volte non quadrano affatto. Perché i duri & puri (non nascondiamolo) hanno spesso un rapporto conflittuale con le proprie esigenze come con i propri ricordi (per non parlare della storia). Quanto meno si sentono in credito con lo specchio: c’è sempre qualcosa che non va, che potrebbe o dovrebbe essere migliorato, che andrebbe corretto invece di essere camuffato o valorizzato invece di essere castigato.