A Messina chi fa qualcosa di buono viene schiacciato da chi invece non fa niente

A Messina chi fa qualcosa di buono viene schiacciato da chi invece non fa niente o per pigrizia o per mancanza di competenze e spesso anche per mancanza di intraprendenza. Ecco quest’ultima è la caratteristica che manca in molti messinesi. Troppa frustrazione vedo in giro e tanta invidia e cattiveria. Ma invece di criticare e condannare chi riesce a fare qualcosa, prendetelo ad esempio e datevi una mossa. Messina non cresce se c’è gente così.

Letizia Lucca

Ringrazio Letizia Lucca per la sua suggestione che mi dà il là per quanto andrò a spiegare. Temo la messinesità più vera, quella che controlla la nostra immaginazione, le nostre emozioni. Quella che costruisce e tiene fermi nella nostra testa gli stereotipi: quelli come ROBERTO GUGLIOTTA sono rigidi, i seguaci di Francantonio Genovese ciarlieri, gli ambientalisti chissà. Ho letto dei libri che spiegavano che agli inizi del secolo che gli stereotipi dominanti (allora come oggi) devono la loro forza di resistenza alla mediocrità implacabile che li governa (che ci governa). Ogni novità, discesa in campo, progetto innovativo è guardato con sospetto: tu non fai parte del Sistema allora sei uno non affidabile. La mediocrità frutto dalla pochezza di cultura fa sì che i cervelli liberi vengono messi da parte. Puoi scrivere per il Corsera e l’Espresso, pubblicare libri con importanti editori ma la messinesità mette il veto e vieta che ti venga fatto un contratto di lavoro ecc. Dal giornalismo all’Università. Chi dovrebbe decidere preferisce adeguarsi all’andazzo. Il cittadino resta muto. Che fai? Fai la fatica di metterti a capire come è fatto: se è buono o cattivo; se è competente, scrupoloso o sciatto? Ma no, troppo faticoso. Ricorri al comodissimo stereotipo che hai in testa. E’ rigido, e quindi. E’ vicino a Genovese, e quindi. E’ un cane sciolto, e dunque. Mentre ci danniamo l’anima scopriamo che al Policlinico Universitario si muore in sala parto; all’Università il merito è tanto al cognome che porti; gli incarichi non vengono dati per merito. Diciamo grazie al sindaco Accorinti. A questi suoi sproloqui su argomenti dannatamente seri che riesce a trasformare in chiacchiere da osteria: puttane, drogati, pappani e vizi… e poi quelli che ceranoprima… cornuti corrotti incapaci mascalzoni ladri e delinquenti (assassini non ancora) che vanno di prepotenza in prima pagina e cancellano le menzogne quotidiane. Grazie a loro, a questi topi di fogna, sentina omnium malorum, ci sentiamo tutti migliori. Quasi quasi anch’io, che pure ho dato, fin dal primo giorno, dell’incapace al sindaco di Messina, non idoneo al ruolo di primo cittadino, e dunque in qualche modo sono complice dello scippo, del furto, della rapina, dell’oltraggioso torto subito dalla città. E allora bisogna gridare l’importanza del ruolo, forte, così forse capiscono tutti, dalla casa "comune" al villino di Capo Peloro.

Rogu