di Roberto Gugliotta
Da qui non sembra una città noiosa, ma un conto è viverla a Palazzo, un conto in periferia. La noia è quando non ci sono sorprese e in questo senso il massimo della noia è l’opposizione presente in Consiglio comunale, che dà del quaquaraquà a tutti e i primi ad annoiarsi sono loro e con loro il pubblico, perché la certezza spesso va a braccetto con la noia. Erano più divertenti le amministrazioni precedenti? Non lo so, non mi pare. Qui succede, almeno per quanto riguarda Accorinti, che ci si indigna per un caffè o un piatto doccia… abbastanza a sorpresa e si perde abbastanza a sorpresa lo spreco, i rifiuti, il sacco edilizio. Messina e la finta solidarietà, la tutela degli interessi dei cittadini. Non c’è nulla di annunciato, nulla di certo e questo dovrebbe essere il sale della competizione tra amministrazione e opposizione. Non ci sono sfarzi particolari nell’apparato e nemmeno colpi di scena, è vero che non fa notizia ma fa anche piacere. Ci sono situazioni umane coinvolgenti: ma non ci sono i grandissimi oratori di una volta, dicono. Certo non Pippo Morano, la Lucia Tarro Celi, o il professore Giovanni Davoli, c’è poco sale nelle zucche, ma non è colpa di nessuno, oppure è colpa dei troppi cocktail. Però c’è birra. E poi, ci sono consiglieri poco commercializzabili, la fabbrica del mito passa per l’industria dello spettacolo. Vuoi farti un nome: spara cazzate a raffica. Lo sanno bene gli americani, che qui hanno poco da frullare e montare, il superman di turno non è ancora apparso né in piscina né in pista. E volete che sia dipinto per grandissimo un Trischitta o un Adamo con tutte le loro medaglie? Non lo sapremo mai. In genere gli entusiasmi e l’interesse sono condizionati dal populismo che suscitano tra i tavolini del bar: più cavolate, più attenzione. Certo è difficile concentrarsi su una serie di gag con tutto quello che è successo e sta succedendo in città. Ma è una vita che a Messina succedono cose enormi e quasi sempre sgradevoli o tragiche e questo non impedisce alla nostra classe politica di accamparsi in tv, per un pallone. Siamo alla canna del gas, le strade sono voragini, il territorio a rischio frana e il problema in una città normale non può essere un piatto doccia. Mi vergogno di avere questi paladini in consiglio. Forse questa è la verità: che il futuro di Messina non va messo sul piatto della bilancia se sull’altro piatto c’è il folclore. Ma allora è una questione di cultura, di etica, di dignità e una persona onesta, coi suoi pregi e i suoi difetti, darebbe fastidio anche una volta ogni dieci anni, non ogni cinque. Ci vuole un sindaco preparato, d’accordo, ma siamo certi che il Sistema lo vorrebbe? Darebbe fastidio perché, solo per due settimane, spezzerebbe l’abitudine più radicata in città, che è quella del favore. Poi sarebbe una rottura di scatole con tutti quei parenti da sistemare, per non parlare di amici e amanti. Qui a Palazzo, ma anche davanti alla tv si può solo tifare per. O non tifare per nessuno, che per un cittadino onesto è anche peggio. Ma non ci sono ladri dicono. E’ vero, ce ne sono pochi, e non a caso si diceva che non bisogna valutarle sul metro del populismo. Quella è una strada lucente e scivolosa, sporca la sua parte. Magari è per questo che al sindaco di Messina serve una doccia! E’ già un ottimo risultato.