Se non fosse che proprio non ce la faccio…. tiferei per Trump

Ritratto sanitario delle contee che hanno votato a maggioranza per Donald Trump. Si tratta di luoghi abitati dal 28-30% di persone malate rispetto alla media federale del 22%. E ancora di più: in queste contee i decessi per droghe e alcool sono 24,2 su 100.000 residenti, mentre, sempre a livello federale, sono 20 ogni 100.000. Sono dati raccolti da Gallup e dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (cdc), analizzati dall’American Communities Project, e da ‘Meet The Press’, sulle contee in cui Trump ha vinto con più di 20 punti percentuali: residenti più anziani, più cristiani evangelici e lavoratori a salario minimo; un migliaio di contee per lo piu’ rurali, con basso livello di istruzione. Cioè sono tutti quei brutti, sporchi e cattivi (a parte gli evangelici, speriamo) che hanno reso possibile il successo del repubblicano Trump sulla democratica Clinton. Non si tratta di opinioni diffuse da media democratici incalliti e “soloni” del verbo democratico tipo The New York Times, ma raccolti da una delle più accreditate agenzie statistiche degli Usa e mondiali, la Gallup. Quindi -secondo il comune e diffuso sentire- credibili per definizione. Quelli che quando ci dicono che buona parte dei campioni statistici gradisce mangiare la merda, subito trovano cantori, chef ed estimatori che ne tessono le lodi. Chissà se avrebbero fatto altrettanta indagine se avesse vinto la moglie dell’ex-presidente Bill Clinton. E, per quanto mi sforzo a memoria, non mi sovviene di aver letto di altrettante indagini quando in passato ha vinto Bush jr e Obama dopo. Una innovazione, quindi, nell’informazione e nell’uso della scienza statistica.
Sono questi i momenti in cui -io irriverente- mi verrebbe voglia di tifare per la vittima. Tranquillo -dico anche a me stesso- non ti-fare così male, soprattutto se penso ai ministri che sono stati scelti da Trump per confermare ciò che aveva promesso in campagna elettorale e che sta mettendo in pratica…. Ma… è più forte di me, per cui mi limiterò a confermarmi che non si torce neanche un capello all’avversario pur peggiore. E a consolidare il garantismo che stimola ogni mio pensiero ed ogni mia azione. Soprattutto -per l’appunto- verso gli “altri”. E mi domando: ma come si fa a farsi venire in mente di fare indagini di mercato di questo tipo? Mi aspetto ora che ciò accada anche in Italia per gli elettori del referendum, vinto da molti di quelli che non erano alla guida dei media determinanti (privati o di Stato che fossero). E mi preoccupo, perchè forse sto suggerendo la strategia di rivalsa post-sconfitta per i sostenitori del SI’ dello scorso 4 dicembre. Esagero? Suvvia, stiamo parlando di quelli che si sono sentiti fieri di dire che tutti quelli che avevano votato Sì erano la base del proprio partito… c’è da aspettarsi questo ed altro. Ma tanto, i potenziali emuli nostrani dei metodi dei fautori per eccellenza del politically-correct, non se li fila nessuno nel mondo. Ed è in quest’ultimo che accadono le cose che contano e determinano le linee generali della nostra vita. Non me ne vogliano tutti quelli che attendono qualcosa dal puffo al borotalco e col “sorriso graziato e gentil-oni” che ci governerà da oggi, ma -in questa osservazione solo estetica- c’è l’irriverenza di chi non riesce a non vedere il lato tragicomico dell’essere. Mi sono scatenato dopo aver letto la Gallup e mi sono detto: “gulp” che tempi bui! Per far seguito alla mia irriverenza laida, ci stavo per cascare anch’io e mandare un telegramma di solidarieta’ a Trump. Ah! Allora ho scoperto che la Gallup è tutta una trama per far credere che i Democratici di Oltreoceano, facendo il gioco del controgioco, volevano scappellare a destra per portare a sinistra… oppure viceversa? O come il mercato dopato si fa male da solo credendo di fare il bene comune? … che casino, mi sono perso! Ma se fossero solo imbecilli?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc