Ci sono voluti 5 giorni dalle dimissioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, alla nomina del nuovo presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nonostante le critiche di qualche scribacchino di turno che scriveva di bizantinismi procedurali. Ci sono voluti 5 giorni, dalla data dell’avviso di garanzia all’assessore alla Sostenibilita’ Ambientale, Paola Muraro, affinche’ la sindaca, Virginia Raggi, comunicasse la notizia ai cittadini romani, ma lo scribacchino non scribacchia nulla.
Insomma, tempi rapidi per una procedura complessa, qual e’ la nomina di un presidente del Consiglio, e tempi lunghi per comunicare una semplice notizia. In verita’, l’assessore Muraro sapeva di essere oggetto di una indagine gia’ dal 18 luglio scorso e lo aveva comunicato alla sindaca Raggi il giorno successivo; tuttavia i cittadini romani hanno saputo dell’indagine il 5 settembre successivo. Un mese e mezzo per comunicare una notizia in epoca di Facebook, Twitter, Whatsapp, sms, email, telefoni satellitari, ecc.? E poi, come ricorda Beppe Grillo "il sindaco e gli assessori devono assumere l’impegno etico di dimettersi laddove, in seguito a fatti penalmente rilevanti, vengano iscritti nel registro degli indagati…". Gia’, ma la sindaca Raggi sapeva, fin dal luglio scorso, che l’assessore Muraro era indagata e avrebbe dovuto dimettersi all’epoca. Dunque?
L’assessore Muraro e’ innocente fino a prova del contrario. Abbiamo sostenuto, ripetutamente, la tesi che un cittadino e’ innocente fino a giudizio definitivo (come prevede la Costituzione, che e’ stata confermata con una netta maggioranza al referendum del 4 dicembre scorso), a differenza di quanto sostiene il deputato Luigi Di Maio, per il quale i politici indagati sono "colpevoli a prescindere".
Chi vuole fare il Robespierre, come Robespierre finisce.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc