SOSTEGNO “SIA”, LA CISL SCRIVE AI COMUNI

Mentre è ormai prossima la scadenza per redigere i progetti relativi al primo bimestre di applicazione del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA), misura finanziaria di contrasto alla povertà, la Cisl vuole vederci chiaro e attraverso le proprie strutture comunali intende verificare e monitorare che una norma particolarmente innovativa non si riduca ad un generico aiuto economico per le famiglie bisognose, senza dare loro una prospettiva per farle uscire dalla condizione di difficoltà. Com’è noto, l’importo mensile varia da un minimo di 80 euro, per un solo componente, a 400 euro per 5 o più membri che fanno parte del nucleo familiare.
«Anche se i criteri previsti per accedere sono molto restrittivi, che consentono ad una platea ristretta la possibilità di accedere ai benefici – si legge in una nota inviata dal sindacato alle strutture comunali – nei nostri paesi, purtroppo, ci saranno comunque persone che avranno diritto al sostegno». L’aspetto innovativo della norma è costituito dal fatto che non si tratta solo di un aiuto economico a nuclei familiari che versano in particolari condizioni di disagio – prosegue la lettera della Cisl messinese – che si concluderebbe con la concessione di un contributo, ma esso è legato ad un processo di recupero e di intervento per uscire dalla condizione di difficoltà in cui versano tali soggetti, che si dovrà concretizzare con la redazione e l’attuazione, da parte dei comuni, di progetti personalizzati, ai quali dovranno partecipare i nuclei familiari che saranno ammessi al beneficio. Al fine di impedire che sia vanificato lo spirito innovativo della norma, che si pone l’obiettivo di fare uscire dalla condizione di bisogno i beneficiari, è fondamentale che vi sia un monitoraggio continuo, affinché non si verifichi ciò che spesso accade, ossia che si diano contributi a pioggia con il solo scopo, per chi amministra, di fare consenso, mentre non si attua con puntualità l’intento principale che è quello di fare emergere tali fasce sociali dalle condizioni di sofferenza e, troppe volte, anche povertà e di indigenza.
«L’investimento pubblico – conclude la Cisl – ha senso se si fa affiorare, proprio attraverso questa tipologia di interventi, la condizione economica e sociale, tale da rendere libere e franche dal bisogno permanente i soggetti beneficiari».