Sanità a pezzi da nord a sud

La deriva della sanità regionalizzata, caratterizzata da una fantasia esegetica, e da un menefreghismo, senza limiti, non conosce freni né vincoli, di leggi, contratti o, più semplicemente, buon senso. E’ la denuncia che arriva dall’Anaao Assomed, supportata da esempi da nord a sud.

In Piemonte, un fantasioso commissario ha pensato di pagare le carriere degli infermieri con le risorse economiche rese disponibili dalla tanto vituperata attività libero professionale dei Medici. Alla faccia della legge che le ha destinate alla riduzione dei tempi di attesa dei cittadini.
In Campania, il Governatore, tra una polemica istituzionale e l’altra, continua la caccia ai responsabili del caso Nola, evitando accuratamente di guardare in casa propria. Mentre la sanità regionale smobilita pezzo dopo pezzo.
In Sicilia, i Medici che non sono ancora emigrati ma godono dello status privilegiato di precario, passano di proroga in proroga, senza che mai arrivi la agognata stabilizzazione. E la riorganizzazione ospedaliera entra nella mitologia isolana.
In Emilia Romagna, la vetrina della sanità che fu nasconde aziende sanitarie che, sottraendosi agli obblighi contrattuali e legislativi, lasciano i Medici soli di fronte alle richieste di risarcimento dei pazienti. La via romagnola alla riduzione dei costi assicurativi.
In Basilicata, si continua a violare la direttiva europea in materia di orario di lavoro, in attesa che la Corte Costituzionale trovi il tempo di discutere il ricorso promosso dal governo. La sicurezza delle cure può attendere.

Una sanità sempre più a pezzi – commenta il Segretario Nazionale dell’Associazione Costantino Troise – frantuma anche i diritti dei cittadini e dei professionisti. Mentre le stelle, della politica e del governo, stanno a guardare, pronte a meravigliarsi dei risultati elettorali e lamentarsi della invadenza della magistratura in troppi ambiti della società civile.
Di questo passo si amplia la frattura tra istituzioni e professionisti che aggrava l’impoverimento, di risorse economiche ed umane, della sanità pubblica e ne accelera il tracollo. E non saranno certo furbizie ed opportunismi a garantire la salute dei cittadini.