Messinaservizi: si rischia un nuovo flop

Non si può che manifestare preoccupazione per lo stato di grave confusione che persiste al Comune di Messina, con documenti finanziari fantasma, assessori dimissionari, e l’imminente voto sulla sfiducia. A questa condizione di crisi si aggiunge la "grana" Messinambiente-Messinaservizi su cui il Consiglio comunale è chiamato a pronunciarsi in questi giorni. Sull’argomento noi contnuiamo a nutrire perplessità e preoccupazione. Perplessità sulla sostenibilità dell’operazione societaria e preoccupazione per l’igiene cittadina e il mantenimento dei posti di lavoro. Non si capisce, infatti, quale sia il piano finanziario della nuova società.
Considerato che non si può ulteriormente prelevare dalle tasche dei cittadini, essendo le tariffe già al massimo possibile,non si comprende con quali risorse aggiuntive potrebbe la nuova gestione ovviare alle incontestabili e incontestate carenze strutturali della vecchia società. Manca in proposito qualunque ipotesi di piano industriale.
Non si comprende neppure con quali beni strumentali la nuova società dovrebbe espletare il servizio di raccolta dei rifiuti, considerata la dubbia legittimità di trasferire i mezzi meccanici, che sono beni a garanzia dei creditori, da una società destinata al fallimento a un’altra nuova.
E non è chiaro con quali risorse finanziarie l’amministrazione intenda far fronte ai debiti della vecchia, pari a circa 70 milioni dei quali 30 sono già in fase esecutiva da parte dell’Erario.
Inoltre noi siamo scettici, anche, sulla sostenibilità economica del progetto, in quanto essendo eguale il numero degli addetti e uguali i mezzi strumentali per effettuare il servizio, si è facili profeti nel prevedere che nell’arco di qualche mese la nuova azienda sarà nelle stesse condizioni di crisi strutturale della vecchia Messinambiente
Sempre ammesso che si possa effettuare il trasferimento dei mezzi meccanici e che i creditori di beni e servizi, già scottati dall’esperienza con Messinambiente vogliano continuare ad avere rapporticon la nuova azienda di gestione dei RSU.
Il nostro timore è che, nel caso del probabile insuccesso dell’esperimento Messinaservizi, essendo difficile immaginare dipoter creare una terza società, sarà giocoforza affidare ad una gestione burocratica i servizi minimi essenziali, con la conseguente riduzione dell’organico e il rischio di poter utilizzaresolo parzialmente gli ammortizzatori sociali, e di non poter ricollocarei dipendenti in esuberoin altri servizi.
Al riguardo i Sindacati dovrebbero comprendere che, probabilmente, la creazione di questa nuova società non siail modo migliore per tutelare i lavoratori, ma piuttosto, il tentativo di spostare nel tempo, aggravandola, una situazione che avrà irrimediabili conseguenze sia sui livelli occupazionali che sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti della città.
Ma questo epilogo annunciato non è nient’altro che il frutto avvelenato delle scelte dell’Amministrazione, la quale sulla gestione dei servizi ha sempre avuto idee confuse e spesso viziate da una distorta ottica ideologica. Si ricordi il progetto "monstre" Multiservizi, da noi subito contestato, che metteva insieme rifiuti, acqua, gestione del pilone e flotta comunale; o quello dell’accorpamento ad AMAM di Messinambiente e ATO, fino all’attuale nascitura società Messinaservizi, destinata purtroppo a un fallimento annunciato.
Non è cambiando assetto societarioche si risolvono le criticità. È necessario invece mutare paradigma; partendo dalla constatazione dell’evidente fallimento del modello pubblico, riteniamo che l’unico modo per cambiare registro sia quello di ricorrere alla esternalizzazione del servizio. Come avviene in tante realtà, ultima la vicina Catania, città nella quale si sta affidando ai privati, mediante bandi europei, la gestione complessiva del sistema rifiuti. Questa è la strada da percorrere nella nostra città, per ottimizzare il servizio e ridurre le tariffe, abbandonando una antistorica ostilità verso la gestione privata dei servizi pubblici. Garantendo naturalmente la salvaguardia dei livelli occupazionali.

Documento di CapitaleMessina firmato dall’avvocato Saro Cucinotta e dal dott. Paolo Bitto