di Roberto Gugliotta
Cosa impedisce oggi che la politica sia davvero strumento per il bene di tutti? Forse l’arroganza di voler insegnare agli altri il giusto modo di comportarsi e la sicurezza di possedere la verità? Forse lo smarrimento dovuto alla distanza di sicurezza frutto di un’educazione “manichea” che tanti paladini sventolano come baluardo per non contaminarsi con il mondo?
Talvolta ho l’impressione che la nostra cosiddetta società civile parli una lingua diversa, terribilmente incomprensibile agli uomini, perché mentre questi ultimi cercano disperatamente di uscire dal tunnel del buio che ha invaso il quotidiano, i discepoli di Accorinti continuino a discettare sul “sesso degli angeli” (per usare un modus dicendi comune). Qui diventa necessaria qualche applicazione immediata, senza alcuna strumentalizzazione, visti i continui richiami di papa Francesco. Le persone che più di altre stanno alle periferie della società – a differenza di ricchi e notabili – spesso si sentono bistrattate e inascoltate proprio dai cosiddetti paladini e soprattutto da chi nella città ha una certa responsabilità. Mi viene in mente una domanda “banale” (e un po’ provocatoria) che potrebbe essere il paradigma di altre riflessioni. Alla luce delle ultime vicende, di cosa parlerebbe oggi Accorinti a coloro che hanno sete di Giustizia? La stessa domanda dovrebbero farsi coloro che vogliono dare un nuovo anelito al Comune di Messina. Senza andare troppo lontano la “gloria” di questa città per molti nostri "eroi" è data dalla convergenza di guerre, ingiustizie, etc… il diavolo è pronto a offrire autorità e gloria al Figlio di Dio… se lo adora. Per noi questa espressione deve essere la bussola lungo i viali della politica, cioè capire che dietro l’angolo di certi progetti c’è sempre la tentazione di imporre il potere sugli altri. E ciò inevitabilmente significa servire il diavolo…In altre parole: coloro che dicono di seguire il bene comune ricercando potere a gloria, vivono – forse senza saperlo – “prostrati ai piedi” del diavolo.