Incontro dibattito del coordinamento provinciale donne della FP CGIL: tra testimonianza e ricordo

Si è riunito presso la sede della FP CGIL di Messina, il coordinamento provinciale della FP CGIL donne. In occasione dell’otto marzo si è tenuto un incontro-dibattitto nel corso del quale, attraverso le testimonianze di tante lavoratrici sono state affrontate le numerose problematiche che, ancora oggi, anche sui luoghi di lavoro, coinvolgono le donne.
“Tra le deleghe che mi sono state affidate a livello regionale – ha affermato la segretaria generale della Fp Cgil di Messina, Clara Crocè – c’è anche quella delle politiche di genere. Si tratta di una tematica che intendo affrontare con grande attenzione, anche e soprattutto con il rinnovo dei coordinamenti donne di tutte le province. Le statistiche parlano chiaro: ogni giorno una donna su tre è vittima di violenza, sia essa fisica, sia essa psicologica. Ciò fa capire bene quanto sia necessario tenere sempre i fari accesi su questo mondo spesso sommerso” Numerose, come detto, le voci di coloro che, a cuore aperto, hanno raccontato difficoltà e sofferenze della vita quotidiana. Tra le tante merita spazio quella di Maria (nome di fantasia), rimasta vittima della violenza dell’ex-marito proprio sul luogo di lavoro. “La cosa che più mi fa soffrire – racconta con le lacrime agli occhi – è il fatto di non riuscire a sentirmi più al sicuro. Io ho denunciato il mio ex-marito, ma questo non mi ha tutelata da ciò che poi mi è capitato. Per me una denuncia è solo un foglio di carta e nulla più”.
Nel novembre del 2014 Maria, dipendente della Messinambiente, a seguito della separazione dal marito, denunciato per stalking, volenze e maltrattamenti, chiede ed ottiene il trasferimento presso la sede di Taormina. La distanza geografica non è però sufficiente a far fare passi indietro all’uomo, che anzi, in molteplici occasioni, raggiuge sul luogo di lavoro la donna, continuandola minacciare e finendo col riuscire nel suo intento: nel dicembre del 2014, camuffatosi tra i lavoratori con indosso la tenuta di lavoro dell’azienda e con un taglierino nascosto in bocca, il carnefice si avvicina a Maria sfregiandola al volto. Immediato l’arresto dell’uomo e che attualmente si trova rinchiuso presso un Ospedale Psichiatrico.
Al danno, però, si unisce la beffa. Dopo l’arresto, la lavoratrice, già inserita in un percorso psicoterapeutico organizzato presso l’azienda sanitaria provincialetenuto in orario pomeridiano, fa rientro a Messina, ma dopo essere stata inizialmente ricollocata nella mansione originaria (operatore ecologico presso i servizi cimiteriali), viene assegnata al servizio di spazzamento. “Non sono riuscita a svolgere questo incarico – spiega Maria –per strada mi sono sentita “nuda”, non protetta, sola”. Maria chiede quindi di essere collocata ad un nuovo sevizio, ma la risposta dell’azienda è punitiva: “Sono stata assegnata ai servizi mercatali in orario pomeridiano, dalle 14.00 alle 20.00, venendo quindi privata della possibilità di svolgere la terapia di sostegno psicologica”. Dopo qualche settimana, dopo aver presentato documentazione sanitaria, Maria è stata destinataria di un nuovo ordine di servizio: raccolta cartone. Ma neanche questa è stata la soluzione definitiva. Ed arriviamo ad oggi: lo scorso 14 febbraio ecco l’ennesimo ordine di servizio: “Dal 17 febbraio sono stata nuovamente collocata ai servizi mercatali, sempre in orario pomeridiano, e quindi non posso più svolgere la mia attività di psicoterapia. Non so cos’altro aspettarmi. Ho detto più volte che la cosa più importante per me è lavorare, perché il lavoro mi aiuta a distrarmi e a non pensare cosa potrebbe succedermi non appena lui uscirà dal carcere, ma devo essere messa nelle condizioni di poterlo fare. Così, purtroppo, non mi è possibile”
“La vicenda di questa donna – afferma la segretaria Crocé – non può non lasciare senza parole. Alle sofferenze di vita personale, si aggiungono gli atteggiamenti incomprensibili e illogici di un’azienda che ha mostrato di non sapere tutelare una lavoratrice in condizione di forte fragilità emotiva. Il coordinamento donne della FP CGIL si impegna a seguire il caso di Maria, e a farne una propria battaglia, considerando che nei fatti l’azienda è come se stesse continuando a perpetrare la subdola azione di stalking di cui la lavoratrice è vittima da ormai oltre due anni”. Per la FP CGIL il nostro 8 marzo….è il 9. Per i diritti non basta un giorno ma ogni giorno dell’anno. Le donne e tutto il gruppo dirigente della FP CGIL si impegneranno affinché nei posti di lavoro i diritti, le pari opportunità e la tutela di tutti i lavoratori, possano essere resi esigibili. Sulla vicenda della lavoratrice Maria, ci rivolgiamo al sindaco Renato Accorinti, all’assessore al ramo, Daniele Ialacqua e all’assessore con delega alle pari opportunità Nina Santisi chiedendo l’istituzione di una commissione che verifichi la legittimità e la correttezza dei comportamenti assunti dal management dell’azienda nei confronti della dipendente.