Con gli slogan e la finta antimafia i boss resteranno a capo dei loro imperi

di Roberto Gugliotta

Questa storia di essere tutti sbirri mi sembra una grande cavolata. Siamo tutti sindaci, siamo tutti assessori, siamo tutti … dei creduloni. Purtroppo nel nostro Paese le cose importanti vengono affrontate con slogan piuttosto che con fatti concreti. Il problema lavoro è la vera emergenza: se tu Stato garantisci il lavoro stai pur certo che le persone non andranno a chiedere favori ai boss. Se tu Stato garantisci la sicurezza nei quartieri periferici invece di demandare ai capi rione il controllo del territorio (lavoro, voto, centri sociali, palestre ecc..) nessuno busserà alle porte sbagliate per poter fare tre mesi negli ospedali o in qualche supermercato. Invece noto la solita "antimafia da salotto" che puntualmente cavalca certe battaglie non per dare dignità agli ultimi bensì per occupare spazi e prime pagine. Siamo bravi a indignarci a comando ma pessimi a trovare le soluzioni per dare lavoro e risposte agli ultimi. Con gli slogan e la finta antimafia i boss resteranno a capo dei loro imperi e le vittime non avranno mai giustizia. Ma a chi rivolgere questa preghiera? Forse neanche il sarcasmo ci salverà. Fin qui, s’è capito che le sparute o esigue minoranze crescono nutrendosi dell’indifferenza delle maggioranze. Nei paesi in cui la libertà di stampa ha ancora un significato i giornalisti più pagati e più ricercati sono quelli che vincono il premio Pulitzer. E il premio Pulitzer lo si vince raccontando delle storie e dei fatti in esclusiva. In Italia accade generalmente esattamente il contrario. Il mio sforzo è stato cercare di ricordare che la mafia è mafia perché ha rapporti con la politica e perché tenta di infiltrare la politica. Altrimenti, se non tenta di infiltrare la politica e non ha rapporti con la politica, non è più mafia: è semplicemente gangsterismo. Ci vogliono raccontare la parte criminale e gangsteristica di Cosa Nostra ma Cosa Nostra è un’altra cosa. Riflettiamo: dire che la mafia fa schifo per poi lasciare i cittadini da soli è l’atto più indegno che un professionista di Stato possa compiere. Proviamo almeno a cominciare da qui, dal gradino più semplice, così semplice che nessuno lo vuole salire. Io non sono uno sbirro ma un giornalista che parla per chi non ha voce.