Rifiuti. Chi ha paura degli inceneritori?

Diossina. E’ questa il nome che torna alla mente quando si parla di inceneritori-termovalorizzatori. La diossina ricorda l’incidente di un impianto chimico che provocò la fuoriuscita di quantità notevoli di diossina. Le conseguenze furono disastrose. Scatta la paura ed è difficile ragionare.
Cerchiamo di fare un pò di informazione.

Gli inceneritori contribuiscono alla presenza di diossina per lo 0,03%. Il riscaldamento residenziale contribuisce alla presenza di diossina per il 43%.
I dati sono dell’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Dunque, l’apporto di diossina dagli inceneritori è irrilevante, eppure, la loro presenza è evocata al pari di un disastro.
Caso eclatante, e alle cronache giornaliere, riguarda il Comune di Roma che non ha un impianto di incenerimento ma esporta rifiuti combustibili in Italia e in Europa. Beppe Grillo, leader del M5S, ha indicato Barcellona (Spagna) come modello nella gestione di rifiuti, dimenticando che proprio Barcellona utilizza ben 3 inceneritori! Parigi termovalorizza il 68% dei rifiuti e Berlino il 40%!

Insomma, l’informazione serve a condurre le nostre valutazioni alla razionalità. Cittadini e amministrazioni pubbliche, dovrebbero decidere quali siano le scelte da farsi, sulla base di dati e analisi. Almeno, si spera.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc