P.A. e SCUOLA – Riforma statali, c’è poco da ridere

Dopo una lunga attesa, arriva il via libera definitivo del Consiglio dei Ministri alla riforma dei dipendenti pubblici. Ma non c’è molto da essere allegri: il sì del Governo, giunto il 19 marzo all’ora di pranzo, prevede una serie di novità, tra cui assunzioni ‘extra’ per i precari, un codice dei licenziamenti, la creazione del polo unico Inps per le visite fiscali e il riordino della valutazione sempre legato al piano delle performance. Secondo la Ministra della PA, Marianna Madia, grazie al sì alla riforma ora "abbiamo le carte in regola", dal punto di vista normativo, per lo sblocco dei contratti nel pubblico impiego, perché "la legislazione ereditata non ci consentiva" di muoverci.

Anief-Cisal ritiene, tuttavia, che nessun genere di contratto – fermo dal 2009 – può essere ritenuto soddisfacente dagli oltre 3 milioni di lavoratori statali, qualora il Governo non intenda incentivare le poche risorse sinora stanziate: i 2,8 miliardi di euro in arrivo, attraverso il Documento di economia e finanza per il 2017, in buona parte destinati proprio ai rinnovi 2016-2018 del contratto della Pubblica Amministrazione, sommati agli oneri previsti, sempre nel Def, per il prossimo rinnovo (2,3 miliardi di euro per il 2019 e 4,6 per il 2020), rappresentano solo un quarto della somma necessaria a colmare il gap oggi esistente tra le loro buste paga e il costo della vita.

“Considerando un reddito medio di 1.500 euro – spiega Marcello Pacifico, segretario nazionale Anief e segretario confederale Cisal – non possiamo fermarci agli 85 euro medi lordi approvati dai sindacati rappresentativi con l’accordo generale sottoscritto il 30 novembre 2016. Il nostro centro studi ha calcolato che occorrono 120 euro netti per allineare l’indennità di vacanza contrattuale al 50 per cento dell’aumento dell’inflazione certificata tra il 2008 e il 2015. A cui ne vanno aggiunti altrettanti all’atto della firma del contratto, da considerate come vero e proprio aumento”.

L’aumento, inoltre, va attuato non dalla firma del contratto di categoria, ma dal mese di settembre del 2015, come ha stabilito la Corte Costituzionale. “Sottoscrivere un rinnovo contrattuale a condizioni decisamente inferiori avrebbe un solo effetto: tradire i lavoratori. Per questi motivi abbiamo deciso di fare ricorso, mettendo a disposizione del personale i modelli di diffida per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale nello stipendio. In caso contrario, con gli 85 euro, una parte dei quali legati pure alle performance e alla mole stipendiale, alla luce della nuova politica governativa alla ‘Robin Hood’, l’ennesimo diritto di chi lavora per lo Stato andrà in fumo”.

Ma c’è almeno un altro valido motivo per dire no alle novità approvate oggi dal CdM: la conferma della violazione nazionale della norma europea sull’abuso dei contratti a termine. “Perché è da otto che l’Italia continua ad aggirare le indicazioni prodotte dall’UE. E non possono essere nemmeno le 12 mensilità massime di risarcimento a sanare uno stato di palese illegittimità rispetto agli altri Stati membri per le mancate assunzioni a tempo indeterminato. Su questa irregolarità, il sindacato ha interpellato gli organismi internazionali, attraverso più canali, ricordando in tutti i casi che la norma sulla stabilizzazione successiva ai 36 mesi di servizio va rispettata. E le tante diffide presentate in questi ultimi mesi dai dipendenti danneggiati, conferma che i lavoratori sono d’accordo con la nostra posizione: no alle elemosine o ai baratti a perdere”, conclude Pacifico.

La questione è stata affrontata dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali, che agisce in nome e per conto del Segretario Generale del Consiglio d’Europa, il quale pochi giorni fa ha pubblicato la presa in carico del reclamo collettivo Anief n.146/2017 sull’abuso di precariato scolastico italiano. L’Italia è stata poi bacchettata dalla Commissione per le Petizioni del Parlamento Ue, al termine del confronto svolto in questi giorni presso l’European Parliament, sulla mancata adozione della Direttiva Ue 1999/70/CE sulla stabilizzazione del personale pubblico con 36 mesi di servizio: in autunno, le autorità del nostro paese e i componenti della rappresentanza permanente dovranno presentarsi in adunanza plenaria per fornire dettagliati ragguagli. Sempre l’Anief, infine, si sta rivolgendo alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’Uomo, per consentire la stabilizzazione di tutto il personale.

Anief-Cisal invita tutto il personale a ricorrere fino alla Consulta, che già si è espressa in merito, per ottenere lo sblocco dell’Indennità di vacanza contrattuale, da assegnare per legge. Per farlo, basta scaricare i modelli di diffida e ricorrere on line: una procedura che possono attuare sia i dipendenti della Scuola che i lavoratori della Pubblica Amministrazione.