CORRUZIONE NEI SERVIZI MARITTIMI ESSENZIALI A SOVVENZIONE PUBBLICA?

L’arresto dell’armatore Morace, in seguito all’inchiesta per corruzione nell’ambito dell’assegnazione di fondi per il trasporto marittimo, deve far riflettere l’intero apparato della politica che ha l’obbligo di vigilare con ogni strumento per evitare che i soldi pubblici destinati ai servizi essenziali finiscano in mani “poco pulite”. Siamo fiduciosi nella giustizia e non è nostra intenzione condannare chicchessia prima di un regolare processo ma per un sindacato di BASE, in prima linea per i diritti dei lavoratori marittimi e dell’utenza siciliana, è sconcertante apprendere che dietro la garanzia dei servizi pubblici essenziali, sovvenzionati dallo Stato e dalla Regione, possa celarsi l’ennesima ombra della corruzione. L’occasione è troppo propizia per non chiedere all’Antitrust il motivo del mancato intervento, come prevede la legge 287/90, nell’aggiudicazione della gara per l’acquisizione della Ex Siremar soggetta all’obbligo di comunicazione preventiva di cui all’articolo 16 comma 1, della medesima legge.
A questo punto tornano di estrema attualità anche le proteste dell’ORSA che a suo tempo denunciava l’anomalia per cui, dopo lo scioglimento del Consorzio Metromare, composto da RFI e dall’allora Ustica Lines di Morace, buona parte dei circa 30 milioni di euro che lo Stato erogava in tre anni per sovvenzionare il collegamento veloce da Messina verso Reggio C. e Villa S.Giovanni, furono destinati unicamente al gruppo capitanato da Morace per la sola linea Messina – Reggio, mentre il collegamento con Villa S.G. fu assegnato a RFI, senza sovvenzione aggiuntiva. In buona sintesi l‘azienda RFI, su invito del Ministero dei Trasporti, si fece carico delle spese per il collegamento veloce con Villa S.G. sottraendo preziose risorse al servizio di continuità territoriale (treno su nave), invece alla privata Ustica Lines di Morace fu riconosciuta la sovvenzione di circa 28 milioni di euro SOLO PER LA TRATTA VELOCE MESSINA-REGGIO C. quando per entrambe le tratte lo Stato spendeva circa 30 milioni
Due pesi e due misure? Socializzazione del debito e privatizzazione dei profitti?
Dalle intercettazioni telefoniche relative gli arrestati e indagati nell’ambito dell’inchiesta, è emerso un chiaro attacco al Comandante Giuseppe PRESTIGIACOMO Che recentemente ha scelto di aderire all’ORSA per rappresentare le rivendicazioni dei lavoratori. Frasi che non lasciano spazio a interpretazioni:
“questo è un rompi c…ni, te lo ammazzo io… politicamente”,
Non è un caso se un candidato al ruolo di tecnico, a titolo gratuito, nella commissione trasporti, inviso al sistema che ha portato ai recenti arresti, ha scelto l’ORSA per dare un contributo alle lotte dei lavoratori e non è un caso neanche che alcuni armatori privati operanti nelle acque siciliane, nonostante i tanti iscritti al sindacato di base, pongono in essere ogni strumento per evitare di avere l’ORSA al tavolo delle trattative insieme al sindacato “tradizionale”. …. Alla luce dei fatti siamo fieri di essere sgraditi in certi ambiti.
I trascorsi di Prestigiacomo prima del suo ingresso in ORSA non sono di nostra pertinenza ma non possiamo non prendere atto della coraggiosa scelta di aderire a un sindacato di lotta per la difesa diretta dei lavoratori, pertanto la Segreteria Confederale ORSA Sicilia gli esprime la massima solidarietà per la triste vicenda che lo ha visto involontario protagonista.

SEGRETERIA CONFEDERALE OR.S.A. SICILIA