25° anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio

“Venticinque anni fa moriva una parte dell’Italia migliore. Venticinque anni fa la restante buona Italia ‘rinasceva’ riscoprendo il coraggio, trovando una nuova voce per dire ‘fuori la mafia dallo Stato’, raccogliendo un’eredità inestimabile di idee, valori, principi, da continuare a far vivere nella memoria, nelle coscienze. Da venticinque anni – tanti ne ha questo nostro Coisp – quelle idee camminano sulle nostre gambe. Da venticinque anni quelle idee continuano a camminare sulle gambe dei Poliziotti italiani che già le condividevano, perché solo se una cosa ti appartiene sei disposto a morire per essa. Continuano a camminare in ogni quotidiano gesto di ogni Poliziotto al servizio dei cittadini, della legalità, della democrazia, delle Istituzioni; in ogni sforzo per continuare a ripetere che ricordare è un dovere, perché quelle morti non siano vane, perché non si arretri mai nel cammino di educazione, di cultura, di civiltà”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp Sindacato Indipendente di Polizia, in occasione del 25° anniversario degli eventi che segnarono inesorabilmente la storia del Paese quando, nelle stragi di mafia di Capaci e via D’Amelio del 1992, nel giro di quei drammatici 57 giorni persero la vita il Giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e gli Agenti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, il 23 maggio, e in seguito il Giudice Paolo Borsellino e gli Agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, il 19 luglio.
Questo anniversario così importante ricorre proprio quando anche il Coisp compie i suoi 25 anni, “in una coincidenza di date – aggiunge Maccari – che simboleggia perfettamente l’assoluta e totale ispirazione e dedizione di questa Organizzazione a quell’eredità straordinaria lasciataci da uomini e donne che da mezzo secolo onoriamo, celebriamo in ogni angolo del Paese, in ogni modo, con iniziative concrete volte a cementare sempre di più il legame della buona Italia con chi l’ha rappresentata appieno e che propongano alle nuove generazioni un vero e concreto ideale a cui ispirarsi”.
“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini, diceva Giovanni Falcone. E noi oggi, guardandoci indietro, siamo umilmente ma pienamente soddisfatti di aver tenuto fede a questo monito. Non solo con ogni cippo commemorativo, con ogni targa scoperta, con ogni struttura dedicata, con ogni intitolazione di strada, con ogni incontro, convegno, colloquio con le scuole, ma anche con ogni servizio svolto con amore, con dedizione, con fedeltà, con caparbietà, con sacrificio, dentro le volanti, dietro alle scrivanie, in mezzo ai vicoli, nelle piazze e nelle strade, ad ogni corteo, ad ogni operazione, ad ogni sbarco, ad ogni calamità, ad ogni cerimonia, ogni volta che guardiamo con volti rigati da lacrime di orgoglio feroce un tricolore sventolare. Quelle identiche sensazioni le proviamo anche guardando davanti a noi, certi che, un passo dopo l’altro, altre gambe continueranno a far camminare quelle idee che in questi 25 anni abbiamo contribuito fedelmente a portare avanti”.