I pubblici ministeri e i giudici onorari contro il caporalato di stato

Il sollecito di 100 Procuratori della Repubblica e di numerosi Presidenti dei tribunali è caduto nel vuoto. Il Ministro della Giustizia ha deciso di affossare la magistratura onoraria relegandola a un ruolo marginale, che non comporti la presenza in servizio per più di due giorni a settimana.
E’ una giustizia svenduta… a saldi di bilancio invariati; in quanto gli stanziamenti già insufficienti a retribuire dignitosamente i 5.000 magistrati onorari in servizio, dovranno finanziare anche l’ingresso di altri 3.000 precari.
Il Presidente dell’ANM si è peraltro affrettato a chiedere alle Camere che venga chiarito che il limite di due giornate settimanali dovrebbe essere riformulato come limite di due udienze settimanali.
E’ una precisazione di cui vorremmo ringraziarlo, perché presuppone che si debba lavorare full-time, come chiediamo per rimettere in moto la giustizia italiana; infatti per tenere udienze due volte a settimana occorrono almeno altri quattro giorni di lavoro per studiare le cause e scrivere le sentenze.
Ma la legge-delega cui si ispira il decreto delegato all’esame delle Camere dice altro: che il carico di lavoro deve contenersi entro limiti che consentano di cercarsi un altro lavoro; per la serie: “siete utili, ma andatevene via!”.
Gli incentivi a fuggire non mancano: il decreto prevede una retribuzione annua lorda che per i più meritevoli si aggirerà intorno ai 16.000 euro lordi annui; tolta l’irpef e i versamenti Inps parliamo mediamente di 700 euro netti al mese con cui l’avido magistrato onorario potrà permettersi di cenare nelle mense della Caritas (se l’udienza finisce entro l’orario utile a mettersi in fila), dormire nell’archivio dei tribunali (con disappunto dei roditori intenti ad aggredire i fascicoli in attesa di una fissazione dell’udienza) accudire la prole (attraverso l’istituto dell’affidamento preadottivo ai servizi sociali, che cureranno l’avvio degli sfortunati figlioli onorari verso famiglie meno disagiate), aggiornarsi nelle fornite biblioteche del Ministero Giustizia (inutile dissipare il lauto stipendio in libreria, acquistando codici aggiornati con le continue depenalizzazioni).
Grazie Ministro! A Lei e a chi Le ha suggerito questa soluzione che abbatte, insieme ai costi della giustizia, la magistratura che l’amministra, sia onoraria sia di ruolo, giacché la seconda vive (non sempre consapevolmente, ma i capi degli Uffici lo sanno) anche grazie al sostegno e della complementarietà della prima!
Grazie perché Lei rafforza con questa iniziativa la nostra identità di servitori (e non di servi) dello Stato.
Grazie perché adesso siamo convinti che non dobbiamo togliere il disturbo.
Scioperiamo per restare, non per andarcene; per difendere la giurisdizione ordinaria, non la straordinaria fantasia di chi vuole affossarla. Questa Repubblica è anche e forse soprattutto nostra e degli altri lavoratori che concorrono al suo progresso; e la difenderemo, in quanto Stato-comunità, insieme alla sua Costituzione!
Non ci spaventa l’arroganza di alcuni soggetti politici o delle lobbie che si compiacciano di vivere nello Stato giudiziariamente più arretrato dell’Area OCSE; perché stiamo dalla diversa parte del Popolo Italiano… e ci resteremo. A costo di finire con le scarpe rattoppate o riverse al sole. Insomma: a qualunque costo!

Il Segretario Generale – Il Presidente Vicario
Dr. Giovanni Pomarico Dr. Raimondo Orrù