Vaccini 2017: un decreto mutilato alla nascita

«Come mai non sono stati menzionati né il personale ospedaliero né quello della protezione civile? E perché non si è proposta una campagna di vaccinazione, volontaria e gratuita, per tutti gli extracomunitari nei centri di identificazione e per tutti coloro che ne facciano richiesta risiedenti sul suolo italiano? Quale sicurezza pubblica in questo decreto?»
Questi gli interrogativi del Segretario Nazionale dell’Associazione Dossetti Onlus, il quale sottolinea come l’operato della Ministra della Salute Beatrice Lorenzin e del governo Gentiloni sia sempre più inadeguato. La realtà è che semplici operazioni di sanità pubblica potrebbero far risparmiare al SSN italiano costi molto più elevati piuttosto che fronteggiare eventuali epidemie.
Un decreto mutilato, dunque, quello emesso dalla Ministra, un’applicazione che farà emergere il lato peggiore del federalismo sanitario di questo Paese e benché l’associazione “Dossetti Onlus- I valori” aborrisca il termine “killer”, pronunciato dal Ministro Angelino Alfano in riferimento al suo ex premier, forse quella parola sarebbe meglio indirizzata verso chi ha affossato il Referendum sulla Riforma del Titolo V o ancora meglio per virus e batteri killer che si annidano nei presidi sanitari italiani.
L’emergenza è sotto gli occhi di tutti: la mancata vaccinazione a tappeto di tutto il personale sanitario pubblico è un deficit sulla sicurezza sanitaria del Paese. Il caso dell’ospedale di Terni, dove un’epidemia di morbillo ha contagiato ben 13 tra medici e infermieri è solo l’ultimo esempio.
«Una caserma dei pompieri che va continuamente a fuoco», prosegue il Segretario, «un ossimoro inaccettabile. Ci vuole molto a capire che occorre urgentemente una campagna nazionale di vaccinazione obbligatoria e gratuita per tutti, soprattutto per i patogeni più diffusi come lo pneumococco e il meningococco?».
Anche l’OMS conferma le preoccupazioni del Segretario Nazionale con la divulgazione di dati sui decessi in Italia, causati da infezioni contratte durante i ricoveri: dai 6 ai 7 mila morti ogni anno. E in tutto il resto d’Europa si contano “appena” altri 26 mila casi.
La sicurezza nei presidi ospedalieri è un argomento prioritario e l’immunoprofilassi è l’unica arma certa, visto che ormai quasi tutti i virus e i batteri di nuova generazione hanno sviluppato una farmacoresistenza inverosimile. Un intervento di politica sanitaria andrebbe fatto quanto meno nelle cliniche convenzionate con la sanità di stato e regionale.
«Invece di continuare il balletto tra “vaccino sì, vaccino no, vaccino forse”, sarebbe il caso di prendere di petto il problema vero e di assumersi le responsabilità del caso. Compiti che però sembrano fin troppo ardui per una Ministra che non si è mai dimostrata all’altezza del ruolo che ricopre», conclude Claudio Giustozzi, Segretario Nazionale dell’Associazione Dossetti.