“C’era da aspettarselo. Perché come per la matematica, due più due fa quattro”. È caustica la Cisl riguardo alla tragedia degli incendi dilaganti, che da giorni flagella la Sicilia. “Le disposizioni regionali di legge – affermano Mimmo Milazzo e Calogero Cipriano, segretari della Cisl e della Fai Cisl siciliane – dal ’96 in poi, stabiliscono che l’organico dell’antincendio, in Sicilia, debba essere composto da almeno settemila uomini”. Al momento l’attività di prevenzione e spegnimento nell’Isola, non solo arranca per mancanza di mezzi (“la flotta antifiamme esiste solo sulla carta”), paga il sottodimensionamento del 20-25 per cento in termini di risorse umane dedicate. In pratica la prevenzione non si fa e quel poco che si fa, si fa tardi e male. Così “le squadre antincendio che dovrebbero essere composte da una decina di persone tra addetti allo spegnimento e autisti – precisa il sindacato – nei fatti si ritrovano a contare su quattro-cinque uomini appena”. E le torrette di avvistamento che per legge dovrebbero essere presidiate da due forestali assieme, ventiquattr’ore su ventiquattro, quando va bene vedono presente un solo uomo. Insomma, “un disastro annunciato che si traduce in un’ipoteca accesa, come i roghi di queste ore, sulla biodiversità dell’Isola”. E nell’ennesima ombra sulle istituzioni regionali alle quali due mesi fa Cgil Cisl e Uil chiedevano di accelerare sul fronte dell’antincendio. Nel senso dei mezzi, che sono come l’araba fenice. E in quello degli uomini. “Eravamo preoccupati per l’assenza di programmazione nella campagna 2017 ma davanti al muro di gomma di una politica distratta, incapace di approvare il bilancio della Regione nei termini previsti. E di fronte alla palude di una burocrazia indifferente e maldestra, siamo stati purtroppo facili profeti”.