Sulla finanza pubblica, in Sicilia, si allunga l’ombra di mille incognite. A lanciare l’allarme la Cisl, che fa riferimento, dice, non solo alla minaccia della procura generale della Corte dei conti di impugnare, per la prima volta nella storia, il giudizio di parifica del rendiconto 2016 della Regione, per altro in attesa ancora del voto dell’Ars. Anche, segnala il sindacato, alle scadenze in tema di bilanci e Partecipate che attendono al varco, a settembre, Regione ed enti locali. In un contesto in cui ben 200 Comuni su 390 non hanno ancora adottato il bilancio di previsione 2017, 290 mancano del consuntivo 2016. E sul fronte delle società a partecipazione pubblica, quasi il 40% del totale (345), per la precisione 145, risultano inattive o in rosso, con un rischio che incombe direttamente su 4500 addetti.
Così, la Cisl Sicilia stamani ha puntato i riflettori sul sistema della finanza pubblica di Comuni e Regione, nel corso di un dibattito svoltosi a Palermo e concluso da Mimmo Milazzo, segretario generale; aperto da Riccardo Compagnino, esperto della materia e consulente del sindacato. E che ha visto la partecipazione di Nicola Tonveronachi, ceo del Centro studi enti locali di San Miniato, Pisa.
Le scadenze che la Cisl mette in luce, arriveranno immediatamente dopo la pausa di agosto e, praticamente, alla vigilia delle elezioni regionali del 5 novembre e delle Politiche nazionali di primavera. È su questo sfondo che, entro settembre, i Comuni con più di cinquemila abitanti (i più grandi), dovranno approvare, per la prima volta, il bilancio consolidato che di fatto trasforma l’ente locale in un gruppo societario organico. Inoltre, sempre entro settembre, Comuni e Regione dovranno procedere alla “revisione straordinaria” delle loro partecipazioni, con l’obiettivo di razionalizzare il sistema attraverso il taglio dei cosiddetti rami secchi. Due appuntamenti “dal valore strategico”, insiste Milazzo, imposti dalla riforma Madia delle Partecipate (decreto legislativo 175/2016) e dalla normativa sul riassetto finanziario degli enti locali (decreto legislativo 118/2014). “Due scadenze che, a dispetto della palude burocratica e dell’immobilismo politico, avranno un impatto diretto su Pil regionale, servizi ai cittadini, lavoro e diritti”, puntualizza il segretario invitando politica e istituzioni a una “severa presa di coscienza” e lanciando alla politica “l’appello a far prevalere il senso di responsabilità sugli interessi di bottega”.
Per Milazzo, l’approvazione solo a maggio all’Ars del bilancio di previsione 2017 della Regione, non ha messo i Comuni nelle condizioni di programmare le loro attività e i loro flussi. D’altronde gli enti locali brillano di luce propria per lentezze e ritardi e, dal canto suo, il governo regionale non ha ancora nominato i commissari ad acta che, in base al testo unico di settore, dovranno varare i bilanci comunali non ancora adottati. Insomma, un guazzabuglio politico e istituzionale che preoccupa la Cisl e su cui si staglia l’ombra delle scadenze ormai imminenti, con il suo carico di incognite e di rischi per l’economia e la rete dei servizi.