In periodo di magra (così alcuni dicono), ben vengano le idee su come fare soldi. Ovviamente senza mettersi a fare quello che le leggi dicono sia illegale. Quindi: niente traffico e spaccio di droghe, tratta degli esseri umani, truffe online e per strada e bussando alle porte delle case delle persone. Noi vorremmo fare come un qualunque onesto imprenditore e fare soldi sui modelli che ci ispira l’esistente. Avevamo tante opzioni (servizi di telecomunicazioni o di energia, grazie alle opportunità del cosiddetto mercato libero; start-up che creano bisogni prima inesistenti; servizi di consulenza di vario tipo alle pubbliche amministrazioni), ma abbiamo deciso di concentrarci sul trasporto aereo. Sara’ che i viaggi ci hanno sempre affascinato, e allora, perchè non fare soldi in merito? Sì, abbiamo deciso di creare una compagnia aerea. Certo, e’ difficile, proprio nel momento in cui la compagnia aerea italiana per eccellenza -cosi’ abbiamo capito che va considerata l’Alitalia- è in grandi (anche se solite da diverso tempo) difficolta’. Ma, prendendo spunto e facendo scuola dei metodi Alitalia e delle accondiscendenze che spesso ci sono anche da parte dell’Unione europea, anche se alla fine risulteremo caproni in questo business, i soldi li avremo fatti lo stesso. E potremo poi continuare con lo stesso metodo, chiudendo e aprendo, chiudendo e aprendo, etc.
In questo caso dobbiamo ringraziare la cancelliera tedesca Angela Merkel che, vista la sua autorevolezza nel contesto comunitario e non solo, ci ha fatto capire che e’ possibile. Infatti il capo del governo tedesco è riuscita a ottenere dei soldi (si chiamano “prestito ponte”) dal suo Paese con il lasciapassare della Ue per pagare i debiti della tedesca Air Berlin. Questo vettore (abbastanza low cost) ha imperversato sul mercato internazionale con prezzi mozzafiato su tutte le destinazioni possibili e immaginabili (140 aerei per medio e lungo raggio, mica noccioline, slot in Germania e in Usa del tipo New York e San Francisco). I suoi manager sono stati pagati profumatamente ed han dato lavoro ad 8mila persone. Ma qualcosa non ha funzionato, per cui oggi e’ in procedura fallimentare e, prima di chiudere, grazie ai soldi della Ue, potranno andare avanti, dovendo poi restituire questi denari e andare definitivamente a casa solo quando avranno venduto il vendibile e accumulato soldi per restituire il prestito…. Sperando che la continuita’ della gestione in contesto fallimentare e, nonostante le vendite in corso, soprattutto degli slot, non facciano aumentare il debito. Sperano sempre che poi, facendo 2+2, non si ritrovino ad avere continuato con la gestione che perdeva e, pur sommando il prestito e i miseri introiti di questo periodo (che non possono che essere miseri, visto che hanno gia’ dimostrato di essere incapaci), non arrivino ad avere sufficienti soldi per restituire il dovuto alla Ue. Il rischio c’e’, anche tanto, ma a garantire sembra che ci sia il fatto che questa richiesta arriva dalla cancelliera tedesca… grossomodo come aveva fatto a suo tempo l’allora capo del governo italiano Silvio Berlusconi per dare soldi ad Alitalia in quella operazione che fu chiamata dei “capitani coraggiosi”. Alla fine, comunque vada, i manager di Air Berlin avranno sicuramente le loro buone uscite (come quelli delle varie Alitalia del passato e del presente) e gli alti stipendi del periodo in cui hanno amministrato facendo danni.
Torniamo al nostro desiderio di fare soldi. Facciamo quindi una compagnia aerea, la chiamiamo, per esempio, ROMAIR. Cerchiamo un po’ di uomini politici e di manager che hanno buoni rapporti con le banche di qualunque dimensione (ci vanno bene anche quelle zonali e regionali di Veneto, Toscana e Puglia), gli presentiamo il progetto, ovviamente low cost ed internazionale che ben si addice al lancio dell’immagine di Roma (ROMAIR) nel mondo, e ci facciamo dare i soldi del caso, magari comprando anche aerei e slot dalla tedesca Air Berlin. Siccome i soldi non saranno sufficienti, chiamiamo anche qualche magnate arabo che gia’ ha azioni nelle varie compagnie aeree della penisola arabica e che comunque hanno sempre soldi, gli raccontiamo di cammelli volanti magari in incontri in alberghi romani con donnine e maschietti compiacenti… ed ecco che abbiamo fatto la ROMAIR SPA. Cominciamo ad assumere personale che, tra giovani disoccupati e lavoratori in esubero di tutte le compagnie aeree del mondo, non ci mancheranno, e quindi avranno anche gia’ acquisito un minimo di competenza e potremo limitare i costi per le scuole di formazione. Qualche start-up innovativa (che crescono come funghi e non hanno lavoro, ma ci sono perche’ fa tanto figo dire di esserci) per gli aspetti tenici (web, etc) e di marketing, stimolate da canzoni italiane famose nel mondo (vecchiotte ma sempre valide) come sottofondo al tutto. Quasi nulla da spendere per il catering (che quello italiano, fatto per bene, e’ comunque allettante e amato da passeggeri di tutto il mondo), visto che siamo low-cost. Via si parte. Ovviamente noi, manager di vario tipo, con stipendi all’altezza della situazione, mentre per gli altri lavoratori ci pensano i sindacati a farci risparmiare.
Due anni? Forse. Ma nel frattempo saremo diventati vanto dell’Italia e del suo messaggio nel mondo, soprattutto avendo anche offerto dei buoni-viaggio a diversi parlamentari di ogni tipo, soprattutto del governo.
Ma noi non siamo manager, che succede? Semplice: abbiamo fatto tesoro di quanto sta accadendo con Air Berlin. Quando tutto sta per crollarci addosso, dichiariamo l’apertura del procedimento fallimentare e ci rivolgiamo al capo del governo (sperando che nel frattempo i capi dei nostri governi siano diventati autorevoli come la Merkel), e … vai col prestito ponte.
I soldi sono quelli dei contribuenti, ma sono tutti legali. Non solo, ma avremo anche accumulato esperienza e conoscenza e contatti che, facilmente, potremmo aprire da un’altra parte (anche al di fuori dell’Italia, ma rigidamente in Ue) e ripartire.
Certo avremmo potuto anche prendere in considerazione i paradisi fiscali (Lussemburgo incluso) per la sede della societa’, ma ci atteniamo alla stretta legalita’.
Chi vuol venire con noi ce lo faccia sapere, anche con idee aggiuntive, basta che si sia in questo solco, altrimenti ci mettono in galera e il gioco non ci piace. Anche se potrebbe non essere finito, ma e’ un risvolto particolare dell’organizzazione manageriale che abbiamo esplicitato che, al momento, ci fa fatica improntare.
Soldi, soldi, soldi, chi ha tanti soldi vive come un pascia’….
Vincenzo Donvito, presidente Aduc