Giudici e P.m. onorari “non mollano” e riprendono a scioperare dal 2 al 6 ottobre

Le sottoscritte Associazioni comunicano l’astensione, secondo le modalità e nei limiti previsti dai rispettivi codici di autoregolamentazione, dalle udienze civili e penali e dalle altre attività di istituto per le date in oggetto per i seguenti motivi.
L’astensione è determinata dall’assoluta e persistente contrarietà della categoria verso i contenuti della riforma varata dal Governo, in quanto non rispondente ai principi di salvaguardia e indipendenza della magistratura onoraria, da intendersi come componente fondamentale e non sacrificabile dell’unica magistratura ordinaria, intesa come corpo magistratuale unitario secondo il disegno Costituzionale che espressamente contempla e salvaguarda la magistratura onoraria.
Il caos determinatosi negli uffici giudiziari a seguito dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni è evidente ed emblematico di quali effetti possa produrre la protervia di una politica orientata alla salvaguardia di interessi particolari, che subordina il proprio agire ai pareri politici di corpi sindacali non contemplati dalla Costituzione nel delicato rapporto tra poteri o organi dello Stato.
Prosegue senza ripensamenti la precarizzazione di tali professionisti, cui non viene applicato il principio del pro rata temporis di cui il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa e la Commissione Europea ha ingiunto l’applicazione allo Stato italiano con specifico riferimento ai magistrati onorari e di pace.
Si assiste di fatto alla rottamazione dell’unica risorsa strategica prontamente utilizzabile e già ampiamente sfruttata nel contrasto a quell’arretrato giudiziario di cui demagogici proclami asseriscono la riduzione, invero assente nella materia penale (con la conseguente improcedibilità di reati gravi come la violenza sessuale in danno a minori, prescritti negli armadi di qualche corte d’appello) e ascrivibile, per quanto riguarda il contenzioso civile, all’efficienza degli uffici del Giudice di Pace ed ai patologici effetti di una crisi economica senza precedenti, che si alimenta anche di riforme strutturali insoddisfacenti e – come in questo caso – assenti o peggiorative.
Si è infatti respinta la proposta della categoria, compatibile coi vincoli costituzionali ben individuati dal Consiglio di Stato, di applicare a tempo pieno i magistrati onorari e di pace alle rispettive funzioni, con il riconoscimento di un trattamento economico e previdenziale adeguato, alla stregua di quanto già disposto con legge n. 217/1974, cosa che avrebbe consentito un incremento immediato ed effettivo della efficienza giudiziaria.
La preoccupazione che tali professionisti conseguano un riconoscimento morale e retributivo, che comunque perverrà loro ad opera delle Autorità sovranazionali, ha indotto il Governo e il Parlamento – seppure in carica in forza di una legge elettorale dichiarata incostituzionale – a condurre nei confronti della magistratura italiana, e in particolare della sua componente più debole, un durissimo attacco, minandone l’indipendenza, la produttività, l’efficienza e la credibilità.
A tale azione diretta ha prestato il fianco una miope ANM, in contrasto coi capi degli uffici giudiziari, ed è tutto dire. Non ci si rende conto da parte della magistratura così detta di ruolo (rectius: da chi la rappresenta associativamente) che l’attacco si sta riverberando sui propri componenti, non meno che sui magistrati onorari che dovrebbero coadiuvare i magistrati di ruolo e sollevarli parzialmente dal peso dei procedimenti seriali.
Vittime ignare di questo scontro tra poteri dello Stato, che si svolge secondo tecnicismi oscuri all’opinione pubblica, è il comune cittadino, affidato a stagisti, a mediatori privati, in ultimo abbandonato a un sistema che non offre più garanzie di effettiva tutela, ma comode improcedibilità penali e accertamenti in sede civile sempre più sommari e costosi.
Inutili le denunce della Stampa nazionale: la classe dirigente non desiste dalla tentazione di chiamare riforma l’affossamento della magistratura. Non sembrano pertanto percorribili, allo stato dei fatti, ulteriori strade di dialogo con questo Governo e con chi ne appoggia dentro e fuori il Parlamento le scelte autolesionistiche, con le quali si strangola, insieme al potere giurisdizionale, la credibilità di tutte le istituzioni, allargando la strada all’ulteriore deterioramento del patto tra la comunità nazionale e Stato-apparato.
Ciò premesso, le scriventi
proclamano
l’astensione dei giudici onorari di tribunale, dei giudici di pace e dei vice procuratori onorari in servizio nella Repubblica dalle udienze civili e penali e dalle altre attività d’istituto dal 2 al 6 ottobre 2017, ai sensi dei rispettivi codici di autoregolamentazione.

Per delega dei presidenti delle associazioni
Il Presidente vicario FEDERMOT
Raimondo Orrù