Legge contro l’apologia fascista? Che errore combattere il fascismo con strumenti fascisti

La Camera dei Deputati ha approvato una (ennesima) proposta di legge contro l’apologia del fascismo. Se fosse approvata anche dal Senato, verrebbe punito con il carcere “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità”.

Solo per come è scritta questa norma, meriterebbe la bocciatura. La fattispecie di reato è talmente indeterminata, che finirebbe per colpire penalmente persino gli editori e gli storici che riproducono immagini del periodo fascista e ne raccontano l’ideologia.

Ma al di là della formulazione, combattere il fascismo introducendo nuovi reati d’opinione è di per sé un controsenso, visto che il reato d’opinione è stato uno strumento principe di quella dittatura per zittire gli avversari. In breve, si vuole combattere il fascismo con strumenti essenzialmente fascisti.
Una legge del genere servirà solo a rendere legalmente clandestine le opinioni di qualche migliaio di nostalgici, al contempo rafforzandone la determinazione che deriva dal senso di accerchiamento. Più che il timore del ritorno del fascismo in senso stretto (Mussolini & C.), questa norma sembra dettata dal desiderio di rafforzare il brand antifascista di chi la propone, evidentemente in competizione elettorale con altre forze politiche e sociali.

Ciò che invece costituisce un pericolo realissimo per la democrazia è il fascismo in senso lato, caratterizzato da anti-pluralismo, populismo, ovvero la pretesa di esser gli unici a rappresentare autenticamente il popolo, disprezzo dei fondamentali della democrazia liberale, anti-scientismo, forcaiolismo e gogna, moralismo e cultura del sospetto.
In molte democrazie occidentali, si sono fatte strada formazioni politiche molto più insidiose per la democrazia di Casa Pound. Non stiamo parlando tanto degli atteggiamenti autoritari dei loro leader – così allergici alla legalità che violano sistematicamente le loro stesse regole interne – ma del contenuto delle loro proposte e della loro idea di Stato. Se tornerà il fascismo, di certo non indosserà la camicia nera.

L’unico vero antidoto ai fascismi è l’istruzione e l’educazione civica, cui dovrebbe conseguire (almeno nella maggioranza dei casi) la capacità di istruirsi e informarsi correttamente, ragionare piuttosto che reagire d’istinto, sentirsi responsabili per il destino della propria comunità quando si entra nella cabina elettorale o in un social network, rispettare sempre e comunque la dignità umana di tutti, soprattutto di chi la pensa diversamente, difendere i principi fondamentali della democrazia liberale sanciti nella Costituzione e nei Trattati europei. Ma questo richiederebbe tanto tempo, impegno, investimenti, e soprattutto non darebbe alcuna garanzia di un immediato ritorno elettorale.

Pietro Moretti, vicepresidente Aduc