Le lezioni sono riprese da tre settimane, ma molti alunni continuano ad aspettare i loro docenti. E così andrà avanti almeno per un mese. In tutta Italia, mancano all’appello decine di migliaia di insegnanti da assegnare ad altrettante cattedre prive di titolare. Solo nel milanese e in Brianza mancano oltre 6mila insegnanti: di questi un migliaio mancano alle superiori, 1.700 alle medie e 600 alla primaria. Il calcolo è stato fatto oggi dal quotidiano La Repubblica e preoccupa particolarmente la mancanza di quasi 3.900 insegnanti di sostegno, visto che in diversi casi i dirigenti scolastici hanno evitato di nominare supplenti con la formula dell’avente diritto, per evitare agli alunni lo scambio di più docenti nel volgere di poche settimane.
La situazione ora potrebbe sbloccarsi, perché proprio in questi giorni nel milanese sono state pubblicate le nuove graduatorie d’istituto. Ma non c’è da fidarsi: prima di tutto perché quelle graduatorie sono soggette a non pochi ricorsi, patrocinati dal sindacato e presentati da diverse categorie escluse, e anche reclami, a seguito dell’assegnazione di punteggi inesatti. Inoltre, sulle stesse graduatorie pesa come un macigno il precedente del Veneto, dove solo pochi giorni fa l’Ufficio Scolastico ha dichiarato la loro mancanza di validità perché ci sono stati «errori informatici», con le supplenze assegnate reputate non valide, quindi revocate e ora in attesa di rifacimento.
Per il sindacato Anief, quanto sta accadendo è ancora una volta la conseguenza della mancata programmazione dell’amministrazione scolastica: i posizionamenti provvisori della seconda e terza fascia delle graduatorie di istituto, con oltre 700mila precari coinvolti, hanno visto la luce solo dopo Ferragosto, quindi a ridosso del nuovo anno scolastico. Con le scuole, in piena estate, costrette a dare interpretazioni soggettive delle tabelle di valutazione dei titoli, sino ad arrivare all’adozione di veri e propri escamotage delle segreterie per far quadrare i punteggi, per individuare un totale esatto, come quello di ridurre il punteggio del triennio precedente e di innalzare quello dei nuovi titoli acquisiti.
Nel frattempo, gli elementi di ingiustizia e irragionevolezza macroscopici, spesso in contrasto con chiare pronunce della magistratura amministrativa e persino rispetto ai recenti decreti delegati, sono stati portati in tribunale. Dove i giudici hanno dato ragione alla linea del giovane sindacato. Come nel caso degli Insegnanti Tecnico Pratici, per i quali è giunta la sentenza del Tribunale Amministrativo n. 9234/2017 che ha confermato il diritto al loro inserimento in seconda fascia, poiché in possesso di titolo di studio a tutti gli effetti “abilitativo all’insegnamento”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda che “con la Buona Scuola è cambiato molto ma poi nei fatti non è cambiato nulla. Perché ci ritroviamo con quasi 100mila supplenze da conferire nei primi giorni dell’anno scolastico. Quando bastava dare ragione all’Anief, assumendo a tempo indeterminato dalla graduatoria di istituto gli abilitati di seconda fascia, spostandoli nelle GaE, ad iniziare da quelle esaurite. Inoltre era necessario spostare in organico di diritto tutti i posti oggi mascherati al 30 giugno anziché al 31 agosto dell’anno successivo, quindi non utili né per le assunzioni né per i trasferimenti. Anche il personale amministrativo, tecnico e ausiliario è stato penalizzato, con il Miur che ha inspiegabilmente deciso di aggiornare la terza fascia addirittura nel mese di ottobre. Con il ‘balletto’ dei supplenti, pure in questo caso praticamente inevitabile. Per quanto riguarda il sostegno – conclude il sindacalista Anief-Cisal – invitiamo le famiglie, i docenti, gli Ata e dirigenti scolastici a segnalarci gli eventuali posti in deroga non attivati o quelli richiesti nel PEI ma negati dall’amministrazione, aderendo all’iniziativa Anief ‘Sostegno: non un’ora di meno!’”
Claudio Andò