di Maria Saia
Con la risoluzione n. 54/134 del 17/12/1999, l’ONU ha istituito la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, scegliendo la data del 25 novembre per celebrarla.
Proprio al 25 novembre del 1981 risale, infatti, il primo Incontro Internazionale Femminista delle donne latinoamericane e dei Caraibi, ritrovatesi in quell’occasione per ricordare la trucida uccisione delle sorelle Mirabal, avvenuta a Santo Domingo nel 1960, avvenuta per aver contrastato il regime dittatoriale di Rafael Leónidas Trujillo.
Questa giornata ricorre, pertanto, al fine di accrescere la sensibilità delle persone verso questo problema, oltre che per offrire maggiore supporto alle vittime.
Occorre necessariamente porre rimedio a una situazione che assume dimensioni impressionanti. Basti pensare che nel mondo il 35% delle donne ha subito una violenza fisica o sessuale, mentre in Italia si contano circa 7 milioni di vittime.
Ancora oggi, nel nostro Paese viene uccisa mediamente una donna ogni 3 giorni.
Per tale motivo, sono molte le iniziative intraprese nel nostro Paese e nel Mondo per celebrare questa memorabile “giornata”.
Ma non basta, bisogna fare ancora tanto e di più!
È necessario smuovere le coscienze, debellare le prevaricazioni e le violenze, denunciare gli aguzzini.
Le donne che quotidianamente subiscono abusi, sofferenze, coercizioni devono trovare il coraggio e la forza di lasciarsi aiutare, devono denunciare i loro carnefici senza subire in silenzio, mentre le Istituzioni, dal canto loro, devono attivarsi maggiormente per offrire loro un concreto sostegno fisico e psicologico.
Dal sito del Ministero dell’Interno si legge che per le segnalazioni è stato attivato il numero verde 1522di pubblica utilità della Rete nazionale antiviolenza.
E ancora, si legge che sono in campo molteplici interventi, quali “la tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica, le risorse per finanziare un Piano d’azione antiviolenza e la rete di case-rifugio, la formazione sulle tecniche di ascolto e approccio alle vittime, di valutazione del rischio e individuazione delle misure di protezione, i corsi sulla violenza domestica e lo stalking. Inasprita anche la disciplina penale con misure cautelari personali, un ampliamento di casi per le associazioni a delinquere, la tratta e riduzione in schiavitù, il sequestro di persone, i reati di terrorismo, prostituzione e pornografia minorile e contro il turismo sessuale”.
Ci auspichiamo che la “Violenza di genere” possa essere davvero eliminata, e che la “LA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE”possa spiegare i suoi effetti ogni giorno dell’anno.