di Roberto Gugliotta
Riflessione del giorno: il Consiglio comunale di Messina. Cambiano i nomi, e a volte nemmeno quelli, ma i vizi di alcuni componenti restano sempre gli stessi. Dalla Prima alla Seconda, fino alla Terza Repubblica sembra infatti essere rimasta irresistibile la tentazione di arricchirsi personalmente grazie al ruolo ricoperto. In questi anni abbiamo dovuto registrare una filza di scandali, di avvisi di garanzia, di processi e persino condanne dei nostri illustri amministratori. Davvero sarà tutta così facile la nostra marcia di avvicinamento alla rinascita di una classe dirigente preparata e trasparente? Così pacifico il nostro futuro? Vorrei esserne del tutto sicuro. Non lo sono. Non perché tema l’occhiuta severità dei parametri della Legge, o il cipiglio fiero della Procura: sempre in guardia. Non per reverenziale timore della Messina da bere. La cosiddetta economia può essere considerata talvolta anche con una certa allegria, con una punta di strafottenza. Eppure siamo tutti qui a domandarci se davvero la città, la nostra Messina sia pronta, davvero pronta a voltare pagina con un nuovo sindaco, un nuovo Consiglio comunale, un nuovo corso delle Istituzioni. Sono stufo, siamo stufi di Sindaci, presidenti di Regione, consiglieri, parlamentari, segretari e professionisti accusati, in modo trasversale, di aver incassato tangenti, o di essersi appropriati indebitamente di fondi pubblici, o di corruzione o peculato o di più reati insieme. E tutti questi scandali senza alcuna differenza tra destra, centro e sinistra. Fare un elenco di cose buone è davvero impossibile. E il giornalismo? Serve, eccome. Dà fiducia, apre le porte, ci fa riconoscere quando c’è da segnalare, da raccontare. E’ una garanzia per tutti. Quando c’è da fronteggiare un’emergenza noi dobbiamo essere come siamo: preparati, efficienti e autosufficienti. Mentre, a volte, la spontaneità dei cosiddetti "volontari di redazione", seppur generosa, crea più confusione che altro. Disinforma l’utente, tutti hanno collezionato promesse e sogni di rubriche: il problema è capire se resteranno attaccati al pc o se cadranno a terra al primo colpo di vento del mercato. Da questo punto di vista, sì, possiamo anche apparire rigidi. Ma il giornalista che vuol continuare a lavorare, si sa, è organizzato per risolvere i problemi, non per crearli. Riflessione del giorno: il Consiglio comunale di Messina che verrà. Cambiano i nomi, e a volte nemmeno quelli, ma i vizi di alcuni componenti restano sempre gli stessi. Dalla Prima alla Seconda, fino alla Terza Repubblica sembra infatti essere rimasta irresistibile la tentazione di arricchirsi personalmente grazie al ruolo ricoperto.