Garantire la sicurezza dei cittadini e rispettare i diritti e la dignità delle persone detenute, pensare di poter dare una nuova possibilità a chi sbaglia, rieducare al fine del reinserimento sociale sono tematiche da sempre discusse. Per rieducare attraverso lo sport e il lavoro servirebbe investire tanto, in termini di risorse. Ci sono crimini diversi per criminali diversi, ognuno dovrebbe seguire un percorso personale e mirato di affiancamento e di sostegno. L’affollamento, la promiscuità, la mancanza di identità, la confusione, sono ostacoli reali, anche per i detenuti potenzialmente più recuperabili. Ci sarà mai una volontà di intervenire per concretizzare l’idea di un “carcere nuovo”? Nell’Italia delle grandi emergenze, potranno mai avere priorità e attenzione i “cattivi”? Io ne dubito.
Giovanna Cardile