Dopo tanti anni buttati sulla strada, dopo una vita donata alla strada, ci vengono in faccia, come freccie molte domande. Non avremmo voluto, ma abbiamo il dovere di chiederci alcune cose.
Perchè abbiamo lasciato le nostre case quando eravamo ragazzi? Perchè abbiamo trascurato i nostri affetti più cari, perchè abbiamo trascurato, abbandonato, i nostri genitori i nostri fratelli, i nostri amici più cari? Perchè abbiamo rinunciato a noi stessi? Perchè abbiamo sacrificato i nostri figli, obbligandoli a seguirci nelle mille battaglie, nei mille trasferimenti? Perchè? Per chi?
La risposta è semplice, chiara, inevitabile: per la nostra amata Patria, per il nostro amato Popolo, per la nostra amatissima Arma dei carabinieri, per la nostra sacra Bandiera.
Per i mendicanti, per gli emarginati, per i disoccupati, per i violentati, per i discriminati. E oggi, da emarginati, da discriminati, da perseguitati, ci chiediamo perchè, perchè il nostro amore viene calpestato, perchè il nostro amore viene deriso, perchè il nostro amore viene nascosto, perchè il nostro amore viene manipolato, nel nome del nepotismo più clamoroso, nel nome delle lobby che truccano le banche e affamano il popolo.
Ci chiediamo cosa vuol dire oggi vivere da carabiniere, da soldato, da combattente del popolo e mai della lobby di turno, della “famiglia“ di turno, del partitino di turno.
Noi rimaniamo aggrappati coi denti, con la rabbia per resistere, alla Bandiera, alla Costituzione, all’Arma, e ci rendiamo conto di essere in pochi, di essere isolati, emarginati, discriminati, delegittimati.
E’ il tempo di riunire quello che è stato diviso, di ricostruire quello che è stato abbattuto: la nostra comunità, la nostra identità, di Popolo delle famiglie, di comunità, di italiani semplici, generosi, solidali, che vivono e che combattono nel nome dell’ uguaglianza e della fratellanza.
ultimo