La Giunta esecutiva centrale dell’ANM ha riformulato, seppure al termine del proprio mandato e nell’imminenza delle consultazioni elettorali per il rinnovo del Parlamento, del CSM, e dei propri organi associativi, la propria posizione politica in ordine alla magistratura onoraria, condividendone almeno in parte alcune proposte che riguardano l’utilizzo full-time dei magistrati onorari in servizio, il corrispettivo incremento delle relative retribuzioni e la limitazione dei nuovi reclutamenti.
Tale inedita apertura, seppure limitata a specifiche criticità dell’attuale inquadramento legislativo, è motivo di grande soddisfazione per la magistratura onoraria giacché, diversamente da quanto asserito in un comunicato della Giunta, si pone in apprezzata discontinuità, anche ideologica, col parere politico reso nel 2017 al Governo durante il varo della riforma, recependo finalmente parte del contributo che i Capi degli uffici giudiziari e alcune correnti della stessa ANM avevano invano tentato di veicolare alla Presidenza dell’ANM durante l’esame parlamentare del decreto delegato.
Atteso che i suggerimenti oggi condivisi richiederanno una tempestiva modifica legislativa della disciplina varata nel 2017, appare opportuno riconsiderare positivamente la percorribilità della “via stretta” prefigurata nel parere consultivo reso al Ministero della Giustizia dal Consiglio di Stato, nel quale si ipotizzava, in adesione allo schema utilizzato negli anni ’70 per i vice pretori onorari, un doppio binario che distingua la posizione di chi già svolge l’attività giudiziaria onoraria, spesso da anni, valorizzandone la professionalità acquisita attraverso l’applicazione full-time alle funzioni giudiziarie di primo grado, con esclusione delle prerogative esclusive della magistratura di ruolo, quali le funzioni semi-direttive e l’autogoverno.
Solo in questo modo i cittadini potranno conseguire quella effettività della tutela giudiziaria alla quale mirano le reiterate astensioni della magistratura onoraria, percepite nell’affrettato giudizio della Giunta ANM come disfunzionali agli interessi dei cittadini e, invece, teleologicamente orientate al complessivo rilancio quantitativo e qualitativo della funzione giurisdizionale, al ripristino dello Stato di diritto, alla salvaguardia dell’intera magistratura, intesa quale ordine unico, autonomo e adeguato alla funzione assegnatagli dalla Costituzione.
Non appare invece percorribile la proposta alternativa, recentemente rilanciata da una rilevante formazione politica, di incrementare cospicuamente la consistenza organica della magistratura di ruolo, sopprimendo al contempo quella onoraria; trattasi infatti di soluzione inutilmente dispendiosa per l’erario, non attuabile nel breve e medio periodo e, invero, non condivisa dalle stesse magistrature di ruolo e onoraria.
Quest’ultima rivendica invece il proprio ruolo di leale e affidabile supporto e complemento della magistratura di carriera, da attuare attraverso una applicazione stabile – dei magistrati onorari oggi in servizio – al contenzioso di primo grado, specialmente se seriale e quantitativamente soverchiante, che consenta alla magistratura di ruolo l’efficiente e tempestivo esercizio della giurisdizione nei procedimenti di maggiore complessità o di maggiore allarme e rilevanza economico-sociale.
Il Presidente
Raimondo Orrù