La candidata di Forza Italia al collegio uninominale di Messina spiega le caratteristiche di queste due importanti misure previste nel programma fiscale del partito
Fra i punti più discussi del programma di Forza Italia c’è sicuramente la previsione del reddito di dignità e l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro In particolare, il reddito di dignità si rivolge a tutti coloro che versano in una condizione di povertà assoluta, con l’obiettivo di rendere dignitosa la vita di coloro che si trovano sotto una soglia minima di reddito.
Matilde Siracusano, candidata per Forza Italia al Collegio uninominale di Messina e al proporzionale a Catania, Acireale Misterbianco, Bagheria, Marsala e Monreale, spiega così questa misura: “Il reddito di dignità garantisce alle fasce deboli un reddito minimo di 1.000 euro al mese, arginando così la grave emergenza povertà che sta attraversando il nostro Paese. La cifra rientra nella cosiddetta “soglia di dignità” indicata dall’Istat per arrivare a fine mese in modo dignitoso. Questa misura, insieme a tutte le altre previse nel programma fiscale di Forza Italia, potrà far ripartire la nostra economia”.
Per quanto concerne, invece, l’aumento dei minimi pensionistici a 1.000 euro, anche per le casalinghe, la candidata afferma: “E’ importante ricordare che già nel 2001 il Governo guidato da Berlusconi aveva applicato questa misura, aumentando le pensioni minime a un milione di lire. Successivamente, l’arrivo dell’Euro ha dimezzato il valore monetario della Lira, incidendo in modo determinante sul potere d’acquisto”.
La Siracusano puntualizza, infine, la profonda differenza del reddito di dignità con le misure previste negli altri programmi elettorali: “Il reddito di cittadinanza del Movimento 5 Stelle è una misura puramente assistenziale che non stimola il singolo cittadino alla ricerca di un posto di lavoro. Viene garantito agli immigrati regolari dell’Unione Europea ed anche quelli extraeuropei, con i quali vigono condizioni di reciprocità nei loro Stati di appartenenza. Il reddito di inclusione del Partito Democratico si è dimostrato una soluzione troppo limitata e non ha portato reali benefici al nostro Paese”.