Nel corso della passata legislatura circa un terzo dei parlamentari ha "cambiato casacca", cioè ha migrato verso altri gruppi parlamentari o ha aderito al gruppo Misto, il che ha suscitato indignazione e risentimento nei cittadini.
La Costituzione, all’art. 67, recita "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato", il che vuol dire che, nel momento in cui un cittadino è eletto, non rappresenta più né i propri elettori né il proprio partito, ma tutto il popolo. E’ una disposizione prevista nei Paesi democratici.
Questa norma consente, però, i "cambi di casacca", di cui sopra, attività nella quale primeggiano i nostri rappresentanti istituzionali, eletti, beninteso, dal popolo.
Contro questo andazzo si erano espressi vari esponenti politici, in particolare quelli di Forza Italia (Berlusconi) e del M5S (Di Maio e Di Battista), che proponevano di modificare la Costituzione introducendo il "vincolo di mandato".
Proposte contraddette, pochi giorni dopo, dallo stesso Silvio Berlusconi, che si è detto pronto ad accogliere i fuoriusciti del M5S, promettendo l’indennità integra, senza devoluzioni, al quale hanno risposto, sia Di Maio, definendo traditori coloro che cambiano "casacca", sia Di Battista che ha parlato di mercato delle vacche.
Proprio in questi giorni, però, il gruppo parlamentare senatoriale del M5S si è dato un regolamento interno che prevede il "cambio di casacca". Il regolamento recita: "Eventuali richieste di adesione provenienti da senatori precedentemente iscritti ad altri Gruppi potranno essere valutate, purché siano incensurati, non siano iscritti ad altro partito, non abbiano già svolto più di un mandato elettivo oltre quello in corso, ed abbiano accettato e previamente sottoscritto il "Codice etico".
Insomma, per entrambi, M5S e FI, sono ben accetti chi "cambia casacca" in loro favore, perché sono redenti, liberati, illuminati sulla via di Damasco, mentre chi fuoriesce, è un traditore, un miscredente da condannare e, sanzionabile, addirittura con 100 mila euro, come prevede il M5S.
E le sdegnate dichiarazioni preelettorali? Nel cestino dei rifiuti.
Il M5S aveva criticato FI: siamo al mercato delle vacche preventivo, dicevano. Ora, a parti inverse, siamo al mercato delle vacche successivo, per opera del M5S.
Assonanze e miseria politica.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc