MESSINA – Sei decessi in appena sei mesi per infortuni sul lavoro sono stati registrati quest’anno a Messina dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering: l’ultimo caso, domenica scorsa a Patti, dove un operaio è caduto da un ponteggio ed è morto infilzato da un paletto di ferro. E il commercio risulta al quarto posto tra i settori in cui avvengono più morti: “Servono maggiore sicurezza e una più efficace prevenzione attraverso misure, controlli, strumenti di vario genere – è l’appello lanciato dalla segretaria generale di Filcams Cgil Messina Giselda Campolo -.
Ho particolarmente a cuore questo tema di cui si discute molto, ma non abbastanza. Ci ha molto toccati dal punto di vista umano anche la scomparsa, nei giorni scorsi, di Dagmar Becker, donna di 62 preparatrice in macelleria, poi adibita all’ortofrutta di un supermercato, che si è sentita male, a causa di un ictus, mentre lavorava ed è stata soccorsa dai colleghi. Seppure la dipartita non sembra essere connessa con l’impiego – prosegue la Campolo – ci spinge a riflettere su quanto certe mansioni (sollevamento di carichi, trasferimenti, missioni, perdita e cambio di lavoro e sedi per cessioni o cambiamenti aziendali, ecc.) possano essere usuranti nel tempo e determinare stress, affaticamento, dunque vulnerabilità fisica, per le donne quanto per l’uomo in modo speciale in alcune fasce d’età”.
Becker, tra l’altro, era un’ “attivista” sindacale: aveva vissuto nella Germania dell’est e di recente partecipato alle battaglie sindacali della rete ex Gicap.
“L’emergenza sicurezza purtroppo interessa qualsiasi settore lavorativo – dichiara il segretario generale Cgil Messina Pietro Patti – e bisogna spingere al massimo sulla prevenzione, sula cultura della sicurezza, su un modello di società che deve mettere al centro di tutto la sicurezza sul luogo di lavoro”.
La Filcams Cgil Messina sarà presente a Roma per la manifestazione del 7 ottobre prossimo anche sui temi della sanità, perché bisogna aumentare le risorse per i servizi pubblici e universali che ci rendono uno Stato Sociale per garantire, ad esempio il diritto di tutte le persone alla salute, ad un ambiente anche lavorativo sano e sicuro, all’istruzione e alla formazione
permanente, perché a volte alcuni rischi correlati al lavoro si possono abbassare con la formazione specifica, dando peso maggiore al ruolo della prevenzione e della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per ridurre e fermare infortuni, malattie professioni e le morti sul lavoro. Sorprenderebbe sapere quante aziende, ad esempio non possono pagano e organizzano la formazione Haccp ai loro dipendenti. “A livello territoriale stiamo conducendo una battaglia importante – conclude Campolo – proprio per sollecitare la realizzazione della formazione a spese delle aziende per come previsto dalla legge. E proprio in questi giorni alcune aziende si stanno mettendo in regola da questo punto di vista”.