MESSINA – “Può lo straniero incoronare un Re scelto senza conoscere il regno? È tutta qui la questione sostanziale che ci porta ANCORA a non conoscere il nome di chi correrà per la sindacatura della nostra città”, così Emilia Barrile, sulla sua fanpage.
“Infinite discussioni e interminabili tavoli ai quali siedono parlamentari, spesso neanche messinesi, si concludono puntualmente con un nulla di fatto. L’obiettivo, per alcuni, è alzare il tiro, garantire se stessi, Messina viene dopo. Messina è su un altro piano.
Un secondo (o terzo!) piano.
È un copione già visto, quello che ha portato nel 2013 e nel 2018 a lasciare il campo agli outsider: candidati che non si muovevano all’interno delle coalizioni. E la gente ha scelto in entrambi i casi delle proposte che, in parte, erano un’alternativa ai partiti, in parte delle sberle a certi rappresentanti strutturati che decidono indipendentemente dal sentire dei territori. Un sentire che, semplicemente, alcuni ignorano.
Evidentemente non hanno funzionato quei ceffoni elettorali.
Ignorano. Ignorano e se ne infischiano! Del resto, che importa? Per chi non conosce il territorio, chi non lo vive neanche, Messina è uno spazio tra mari e monti in cui passare ogni tanto a stringere qualche mano, fare qualche promessa, creare qualche problema.
Non si può decidere per Messina senza sentire Messina, senza ascoltare la sua gente. E non capirò mai come un tavolo decisionale possa avere attorno a sé solo sedie per parlamentari e segretari di partito che oggi ci sono, domani chissà! Dove sono le associazioni? Dove gli attivisti? Dove i referenti dei villaggi, dei quartieri? Le premesse con le quali il nome verrà fuori sono queste e non sembrano ottimali. Da una parte e dall’altra.
Fortuna vuole che qualcuno (anche tra i deputati) la pensi così e porti a quel tavolo l’umore e il pensiero della gente che sa rappresentare.
Messina ha bisogno di persone che la aiutino a rinascere e questa rinascita passa dalla capacità di chi la rappresenta di sapersi spendere e donare all’ennesima potenza, senza pensare solo, sempre e prima a quale beneficio elettorale poter (o non poter) trarre da ogni singolo gesto.
Messina dovrebbe essere considerata come una figlia, come una nostra figlia, e lo dico da madre.
Una madre dona e si offre per i figli per il loro bene, perché siano liberi di scegliere, in grado di sopravviverle, di rendersi autonomi e camminare con i propri piedi con sempre più intraprendenza e autonomia. Una madre si sacrifica per il presente e il futuro dei figli, non cerca di tenerli dentro il perimetro del bisogno e della mediocrità perché il cordone ombelicale non si stacchi mai…
Da madre, da messinese, dico apertamente a coloro che oggi devono definire le linee di una campagna elettorale che sarà difficile e decisiva: vedete Messina come una vostra figlia e datele ciò che merita… datele solo amore!”