“La situazione dell’edilizia a Messina, così come nel resto della Sicilia, è diventata insostenibile”. In questa frase del Presidente di Ance Messina Giuseppe Ricciardello è racchiusa tutta la rabbia di una categoria produttiva fondamentale per la crescita economica nel resto del mondo, eccetto che in Italia.
“Combattiamo da anni una battaglia giornaliera per riuscire a mantenere in vita le nostre aziende, soprattutto a causa di leggi che sembrano concepite con l’unico scopo di bloccare il settore edile. Anche quando gli enti pubblici riescono a mettere in gara quei pochi progetti in grado di superare i mille ostacoli burocratici e procedurali imposti da un codice degli appalti da abolire immediatamente, molte volte occorrono mesi per potere avere l’aggiudicazione definitiva. Negli ultimi 120 giorni, in provincia di Messina – prosegue Ricciardello – si sono svolte quasi 150 procedure per individuare gli esecutori di opere pubbliche, per importi a base d’asta ammontanti complessivamente a circa 30 milioni di euro, ma solo pochissime hanno avuto un esito definitivo e un numero risibile di cantieri sono stati avviati, pur riguardando interventi per somme minime, in genere piccole manutenzioni, quasi sempre sotto i 150.000 euro. Solo una gara superava i 2 milioni di euro e altre tre erano comprese tra 1,2 e 1,9 milioni. Numeri ancora più deprimenti quando abbiamo verificato – sottolinea Ricciardello – che nemmeno queste erano state aggiudicate definitivamente, essendo ancora in attesa della verifica dei requisiti, da parte dei Responsabili del Procedimento, per le imprese potenzialmente appaltatrici. Ovviamente, si tratta sempre di aziende che hanno offerto ribassi oscillanti tra il 28 e il 35 per cento dell’importo posto a base d’asta.”
Il Presidente dei costruttori messinesi non se la prende con gli enti appaltanti, ma ribadisce che sono le leggi sugli appalti pubblici ad essere state scritte per bloccare i cantieri: “Preciso che molti enti appaltanti lavorano con il massimo impegno, ma le procedure lente, farraginose, piene di contraddizioni, rendono il loro lavoro complicatissimo e, tra ricorsi, sospensioni delle sedute di gara, attese per la costituzione di commissioni, interminabili verifiche e controlli, non si riesce mai ad aprire i cantieri in tempi normali”.
Ricciardello cita un esempio concreto: “Basta andare sul sito dell’Ufficio Regionale del Commissario per il Dissesto Idrogeologico e si possono riscontrare ben 19 gare, in tutta la Sicilia, in corso di esecuzione, in cui la scadenza di presentazione delle offerte variava dal mese di giugno dell’anno scorso ai primi di gennaio 2019, ma l’esito definitivo non è stato ancora pubblicato, pur essendo procedure telematiche e, teoricamente, standardizzate. Nei casi di offerte economicamente più vantaggiose, dopo una serie di sedute per determinare le imprese ammesse, si sospende per procedere alla nomina della commissione tecnica al fine di esaminare le offerte tecniche, oppure, in caso di assegnazione al prezzo più basso, occorre verificare il possesso dei requisiti e, anche in quella fattispecie, occorre attendere settimane prima di poter avere un esito definitivo.”
A questo quadro a tinte fosche si aggiungono altri aspetti negativi: “Negli ultimi anni- sottolinea il Presidente dell’Ance Messina – sono state depotenziate le sedi provinciali di molti uffici regionali, come ad esempio la Protezione Civile costringendo gli imprenditori messinesi a rapportarsi con gli uffici palermitani o catanesi, non solo per partecipare alle gare, ma anche per poter seguire l’iter amministrativo di esecuzione dei lavori, quando si ha la fortuna di aggiudicarsene uno. E potrei citare altri mille problemi – afferma Ricciardello – di fronte ai quali abbiamo provato a reagire sollecitando il Governo Siciliano a presentare una legge che consenta di superare alcuni effetti negativi del Codice degli Appalti. Stiamo aspettando l’approvazione in Aula del metodo di aggiudicazione che porterebbe ad una riduzione dei ribassi, ormai prossimi, in media, al 40%, nella nostra Regione, migliorando la trasparenza e velocizzando le procedure di scelta del contraente. Ci auguriamo che il Parlamento Siciliano riesca ad approvare presto il testo discusso in IV Commissione, malgrado le assurde posizioni contrarie espresse dai sindacati regionali di categoria qualche giorno fa. Nei giorni scorsi – conclude Ricciardello – l’Ance Sicilia ha evidenziato le storture prodotte dalle inefficienze della macchina burocratica che impediscono di utilizzare i finanziamenti stanziati per infrastrutture indispensabili ai nostri territori. Se aggiungiamo a questo anche la lentezza nell’assegnazione di opere di emergenza e gli ostacoli imposti da scelte miopi di organizzazione delle strutture burocratiche, allora non avremo alternative a forme di protesta sempre più estreme, per evitare la chiusura delle nostre aziende”