Bologna – “Se noi giudici dobbiamo abbandonare percorsi condivisi con i pubblici ministeri, non si vede perché dobbiamo fare percorsi condivisi con l’avvocatura”. Queste parole, pronunciate dalla presidente del Tribunale di Taranto, Rosa Anna Depalo, e riferite al disegno di legge sulla separazione delle carriere in magistratura, hanno fatto sobbalzare l’Associazione nazionale forense.
“A una situazione del genere- commenta alla Dire il segretario generale dell’Anf, Giampaolo Di Marco- non si risponde con una provocazione. Peraltro, non era neanche il contesto adatto in cui lanciare quella provocazione, sperando sia tale”. Depalo infatti si è espressa a un convegno organizzato dall’avvocatura tarantina.
Il rammarico è che “davanti a un provvedimento divisivo si risponda in modo ulteriormente divisivo”. Secondo Di Marco, poi, le parole di Depalo hanno un altro profilo “inquietante” perché “la presidente dovrà avere a che fare con gli avvocati a prescindere, visto che nei Tribunali per legge, oltre al presidente, c’è anche l’Ordine degli avvocati”. E l’auspicio, conclude Di Marco, “è che i rapporti istituzionali con l’avvocatura continuino ad essere corretti e dignitosi e improntanti alla reciproca crescita”.
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