Ponte sullo Stretto. Otto riflessioni per coloro che una volta erano contrari a questa opera. Così in una dichiarazione la parlamentare Angela Raffa, componente della Commissione trasporti alla Camera dei Deputati.
1. Si eravamo contrari e oggi sono favorevole. E lo rivendico. Vent’anni fa era un errore fare il ponte. Oggi è diventato conveniente per i cittadini costruirlo.
2. Se di discontinuità nella posizione del M5S si può parlare, questa va fatta risalire al 2018, quando il Ministro Danilo Toninelli chiese alla struttura tecnica di missione del Ministero di svolgere analisi costi benefici. Avremmo votato le opere che servivano ai cittadini, non quelle utili solo a grandi imprese o banche finanziatrici. Allora non ho sentito voci di protesta, o proclami sul No a prescindere. Le relazioni su Tav e Gronda erano contrarie. Questa invece dice che il Ponte conviene ai cittadini ed è nostro dovere prendere atto. I distinguo arrivano solo perché il risultato non è quello che alcuni volevano. Ricordo che i componenti della commissione li ha nominati il nostro governo Giuseppe Conte.
3. Per rispondere all’antica motivazione contraria di un ponte che unisce due ‘deserti infrastrutturali’. Ricordo che entro il 2026:
– l’alta velocità arriverà a Reggio Calabria (a proposito non eravamo contrari pure a quella? Sarebbe utile capire che ne pensano i parlamentari calabresi e pugliesi).
– Si completerà il raddoppio del binario sulla Messina-Catania, la linea veloce Catania-Palermo, i miglioramenti alle altre linee che permetteranno una sensibile riduzione dei tempi di percorrenza.
– Sarà completata l’autostrada E45 Catania – Siracusa – Ragusa – Gela.
– Ponti, viadotti e cavalcavia delle strade provinciali più trafficate passeranno ad Anas. Alla regione resteranno più fondi per la manutenzione della restante rete stradale.
– Arriveranno ingenti investimenti per i nostri porti che aumenteranno i flussi dal mediterraneo verso la Sicilia. Abbiamo istituito l’autorità portuale dello Stretto, si completerà il nuovo porto di Tremestieri, ed il terminal container ad Augusta (a Catania già operativo).
Alcuni guardano solo l’attuale situazione ancora disastrosa (abbiamo fatto partire molti cantieri ma servono anni per completare le opere), e chiedono di fare il ponte eventualmente solo quando si farà tutto il resto. Non è così che funziona. Un politico deve programmare il futuro. Per costruire il Ponte servono 10 anni. Se per iniziare aspettiamo che gli altri finiscano, allora condanniamo la Sicilia a 10 anni di arretratezza.
4. Il ponte negli anni è stato spesso un pretesto, un argomento di distrazione di massa. Soprattutto nel 2015 quando il centrodestra lo tirò fuori per nascondere le proprie difficoltà senza che ci fosse alcuna possibilità di realizzarlo. Addirittura parlavano di costo zero per lo Stato. Oggi invece abbiamo i vincoli sul deficit sospesi, le risorse che il recovery plan permette di liberare (poiché finanzia alcune opere già previste), una situazione internazionale favorevole affinché gli stati facciano debito per investimenti. Insomma oggi è possibile farlo (anche se alcuni lo hanno invocato solo per nascondere la loro incapacità nel presentare progetti per il recovery plan).
5. Oggi molte obiezioni tecniche sollevate negli anni sono superate. Come la zona sismica o i venti forti.
Su questo effettivamente esistevano dubbi e si pensava che alcuni giorni l’anno lo si dovesse chiudere. In realtà la percorribilità in auto diventa poco agevole con venti superiori ai 230 km/h che si temeva potessero verificarsi. Oggi, dopo vent’anni di monitoraggi continui, sappiamo che i venti più forti registrati sono arrivati a massimo 130 km/h. Anche la tenuta sismica si basava solo su calcoli teorici. Il disastroso terremoto, con tremendo tsunami, che ha colpito il Giappone nel 2011 (così forte da spostare l’asse terrestre di 25 cm) ha dimostrato che i ponti moderni sono in grado di resistere.
6. Inoltre la normativa ambientale (soprattutto grazie a noi) è completamente cambiata rispetto ad allora, ed oggi i reati ambientali sono puniti severamente. E’ chiaro che il Ponte verrà costruito nel pieno rispetto delle leggi e solo dopo la valutazione di impatto ambientale (Via-Vas). Se poi qualcuno ritiene che le leggi fatte non siano adeguate e che i componenti della commissione Via-Vas nominati dal nostro ministro Costa siano corrotti ed incapaci, lo dica chiaramente.
7. Dire che il Ponte serve alla mafia la ritengo una motivazione odiosa ed un pelino razzista: in Sicilia siete mafiosi, nel resto d’Italia si costruisce, da voi no.
La criminalità organizzata esiste e si è infiltrata anche al Nord, e non si occupa solo di grandi appalti. se ragioniamo così non si dovrebbe più costruire niente in questo Paese. Tralascio l’evidenza che non siamo più nel 1990 ai tempi dell’attentato di Capaci, delle bombe in via dei Georgofili, dei corrotti e condannati in Parlamento, dei contatti tra mafiosi e pezzi dello Stato, di un Governo che disse con la mafia bisogna convivere. Oggi la situazione è completamente diversa. Dall’anticorruzione alle nuove leggi e strumenti di indagine che abbiamo permesso (come i trojan). Il problema esiste e non lo sottovaluto, però non posso accettare di sentirmi dire che in Sicilia a comandare sia la mafia e non lo Stato e quindi la abbandoniamo al suo destino senza investire più niente nell’isola. Perché allora che si dimettano tutti, si blocchi ogni altra discussione parlamentare e non ci si occupi di altro se non di questo.
8. In conclusione il Movimento è sempre stato dalla parte dei cittadini. Il ponte non è il Tav o il Tap. Non tutto è uguale ed in una forza politica matura non esistono i No a prescindere. Gli approfondimenti, l’analisi costi benefici ha differenziato tra le diverse opere, tra ciò che è spreco e ciò che è utile.
Il ponte oggi conviene ai cittadini. A Messina 10 anni fa molti erano i contrari (esponenti politici di ogni schieramento, giovanili di destra e sinistra, giornalisti e opinionisti…). Oggi non è più così. Cambiano le condizioni e cambiano le valutazioni. Ciò che una volta rappresentava un danno, dopo può diventare un’opportunità.
E a chi ricorda che noi eravamo contrari. Mi permetto io di ricordare che l’impegno che Beppe Grillo prese con la mia città, dal palco di una affollatissima piazza Duomo, era che a decidere sarebbero stati i cittadini con un referendum e infatti nel nostro programma elettorale ‘trasporti’ del 2018 non viene mai indicato il No al Ponte, ma lo studio della convenienza di ogni singola opera e la partecipazione dei cittadini nelle scelte.