
“Mentre nelle carceri italiane si consumano tragedie quotidiane, il Governo Meloni ignora le proprie responsabilità fingendosi muto e sordo, con il Ministro Nordio che diserta il dibattito alla Camera come se la situazione non lo riguardasse. Solo nel 2024 si sono tolte la vita 90 persone detenute e circa una decina di agenti della polizia penitenziaria: è il numero più alto di sempre, che dipinge una vera e propria emergenza umanitaria che non può più essere trascurata”, dichiara Annalisa Corrado, Segreteria PD e MEP S&D.
I numeri raccontano una realtà drammatica. Secondo il rapporto del Garante dei Detenuti, al 25 novembre 2024 il tasso di sovraffollamento carcerario era del 133,44%, con picchi del 134,4% in Veneto. In più del 55% delle carceri visitate dall’Associazione Antigone non c’è la doccia, e in quasi il 50% non è garantita l’acqua calda. In un terzo degli istituti, le celle non rispettano nemmeno i tre metri quadri calpestabili per detenuto.
Ma il problema non è solo strutturale: nelle carceri italiane manca tutto. Mancano agenti di polizia penitenziaria, manca personale sanitario – cruciale per affrontare il grave disagio psichico e le dipendenze di molti detenuti – e mancano seri percorsi di reinserimento sociale e professionale.
Il risultato? Un sistema che invece di rieducare e reintegrare, abbandona e distrugge, alimentando un tasso di recidiva del 70%.
“L’emergenza è ora! Nordio e il Governo devono fare i conti con la realtà e con la loro incompetenza. Mentre la destra continua ad ignorare il problema, a scappare dal confronto e a proporre ricette fallimentari, noi continueremo a batterci perché il sistema carcerario torni ad essere un luogo di giustizia, non di tortura”, conclude Corrado.
“Davanti a questo dramma il Governo cosa fa? Niente. O, peggio, si ostina a proporre ricette inutili e fuori dalla realtà, come costruire 7.000 nuovi posti carcere nei prossimi tre anni. Una soluzione inefficace e miope, che ignora completamente il problema reale. Il sovraffollamento non si risolve con più celle, ma con riforme coraggiose: depenalizzazione dei reati minori, misure alternative alla detenzione per chi non è pericoloso, più risorse per il reinserimento sociale e professionale”, spiega. E aggiunge: “Debora Serracchiani (PD) ha colto perfettamente il punto: non sono gli strumenti a mancare, ma la volontà politica di intervenire”.