L’Associazione desidera esprimere le più sentite congratulazioni per il prestigioso incarico al Dott. Giovanni Russo, nominato nuovo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, con l’augurio di svolgere con grande soddisfazione professionale, un impegno istituzionale tanto importante quanto delicato nell’interesse di tutto il popolo italiano.
Si coglie l’occasione per ricordare come purtroppo anche il Dott. Carlo Renoldi, ultimo responsabile del DAP in ordine di tempo, non sia riuscito, come i suoi predecessori, a dare riscontro a nessuno degli argomenti posti alla sua attenzione, a seguito di un incontro ufficiale, svoltosi nel luglio scorso con i vertici della nostra organizzazione. Nonostante le premesse fossero promettenti e pur avendo manifestato disponibilità al confronto su alcune delle proposte dell’Associazione, tutte le tematiche di seguito riportate non hanno avuto nessun seguito, e precisamente né un riscontro scritto né un’auspicata attuazione.
- Sostegno al disegno di legge di equiparazione e alle nuove proposte di legge presentate con la nuova legislatura
- Azioni concrete volte a tutelare la memoria delle Vittime del Dovere
- Reperimento dei nominativi e delle biografie dei caduti della Polizia Penitenziaria
- Proposte di celebrazioni commemorative e attività formative nelle scuole del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
- Collaborazione della Polizia Penitenziaria nei Progetti di Educazione alla Cittadinanza e alla Legalità proposti dall’Associazione nelle Scuole
- Sostegno alla partecipazione a tavoli di lavoro presso il Ministero della Giustizia che, direttamente oppure indirettamente, interessano le Vittime del Dovere e le Vittime di reato in genere
- Aggiornamento costante su tutte le eventuali proposte o progetti di modifica dei regolamenti penitenziari
- Approfondimento dei dubbi e valutazione delle proposte formulate dall’Associazione in materia penitenziaria e di contrasto alla criminalità organizzata
- Monitoraggio della recidiva, raccogliendo ed elaborando con approccio scientifico tutte le informazioni necessarie al fine di registrare e verificare realmente i dati che inquadrano il fenomeno e conseguentemente valutare gli esiti dell’attività di effettiva rieducazione. Elaborazione e divulgazione sui risultati raggiunti in termini quantitativi e qualitativi.
- Cessazione di ogni ulteriore proroga delle misure di detenzione domiciliare in luogo della detenzione in ambiente carcerario, ad oggi adottate in ragione dell’emergenza pandemica
- Dibattito e confronto attraverso tavoli di lavoro istituzionali, anche internazionali, in cui siano presenti realtà che rappresentano le vittime e gli interessi della collettività, sul tema del carcere e della pena
- Organizzazione di convegni di presentazione relativamente ad approfondimenti e pubblicazioni in cui si possa giungere a un confronto tecnico e giuridico sull’ordinamento penitenziario.
- Ad esse si era aggiunta, di recente, la richiesta di introdurre il distintivo d’onore per feriti, mutilati e invalidi di servizio anche per il personale della Polizia Penitenziaria.
Pur consapevoli del fatto che il tempo a disposizione del Dott. Renoldi non gli abbia consentito di avviare concretamente gli auspicati interventi condivisi, dobbiamo purtroppo prendere atto del fatto che, comunque, non abbiamo ottenuto alcun riscontro alle istanze e proposte avanzate e che – ancora una volta – si interrompe il filo del dialogo imbastito con i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria.
Ci auguriamo sia possibile quanto prima incontrare il Dott. Russo, con la speranza di un colloquio realmente proficuo e costruttivo, con la speranza di realizzazione di azioni fattive di modifica del procedimento penale, focalizzando l’attenzione su un nuovo ruolo della vittima che dovrà avere maggior peso specifico nel corso del processo e dell’esecuzione penale, nell’ambito della quale potrà seguire, volendo, anche il percorso di pentimento, rieducazione e reinserimento nella società del condannato.
Ci auguriamo sia possibile quanto prima incontrare il Dott. Russo, con la speranza di un colloquio realmente proficuo e costruttivo, con la speranza di realizzazione di azioni fattive anche di modifica del procedimento penale, focalizzando l’attenzione su un nuovo ruolo della vittima che dovrà avere maggior peso specifico nel corso del processo e dell’esecuzione penale, nell’ambito della quale potrà seguire, volendo, anche il percorso di pentimento, rieducazione e reinserimento nella società del condannato.